Il vicepresidente americano Joe Biden ha annunciato che martedì saranno pronte le “raccomandazioni” sul controllo delle armi a lui affidate dal presidente  Barack Obama e si è riunito con alcuni membri dell’influente e ultraconservatrice NRA. Alla fine dell’incontro questi hanno dichiarato di essere rimasti delusi e annunciato che cercheranno l’appoggio dei loro contatti al Congresso.

Finora il tema era tabù in un paese dove il possesso di armi è un diritto costituzionale, ma il massacro di 20 bambini in una scuola di Newtown, nel Connecticut, ha avuto un grande impatto e aperto un dibattito.  La NRA difende gli interessi dei fabbricanti d’armi appoggiandosi al secondo emendamento della Costituzione; dopo la riunione ha emesso un comunicato di forte critica.

“Siamo rimasti delusi constatando come questo incontro non avesse niente a che vedere con gli sforzi per la sicurezza dei nostri figli, ma fosse legato a un piano per attaccare il secondo emendamento”  afferma il comunicato della National Rifle Association, molto influente in entrambe le camere del Congresso.

L’organizzazione ha accusato la Casa Bianca di essere arrivata all’incontro con “pregiudizi” restrittivi contro i “possessori legali di armi, americani onesti, che pagano le tasse e lavorano sodo”, suggerendo “soluzioni destinate al fallimento per i problemi più pressanti del nostro paese”.

“Non permetteremo che i possessori di armi rispettosi della legge vengano incolpati per gli atti di criminali e folli”, ha affermato la NRA. Ha quindi annunciato l’intenzione di cercare contatti nel Congresso tra “chi è interessato a una conversazione onesta su ciò che funziona e ciò che non funziona.”

Biden ha ammesso la difficoltà del compito che gli è stato affidato e sottolineato che queste raccomandazioni non segneranno la fine del percorso.  La forte reazione della NRA dà un’idea della decisa resistenza con cui si scontrerà.

Il vicepresidente non ha precisato se le raccomandazioni comprenderanno il ripristino della proibizione delle armi d’assalto, scaduta nel 2004, ma ha affermato che anche se non metteranno fine alla discussione, “la società ci chiede di agire.”

Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo