Il 20 dicembre, durante un’apparizione pubblica all’ambasciata dell’Ecuador a Londra,  l’attivista australiano Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, ha annunciato l’imminente pubblicazione di un milione di documenti riguardanti tutti i paesi del mondo. A sei mesi dal suo arrivo nella sede dell’ambasciata, il giornalista ha lanciato un appello per la libertà di stampa e di espressione e ha dichiarato che nel 2103 WikiLeaks continuerà le sue indagini, nonostante gli ostacoli posti dagli Stati Uniti e dalle nazioni europee.

Secondo Assange, il proposito di WikiLeaks è far conoscere al mondo ciò che accade davvero; se non si rivelano le menzogne, infatti, la civiltà non avrà mai accesso a queste informazioni.

Ha ricordato che le nostre società, le nostre credenze sul mondo e sugli altri sono state create dallo stesso sistema che ci ha portati ad affrontarci in guerre dove sono morte milioni di persone.

Dobbiamo educarci a vicenda e onorare tutti quelli che rivelano la verità e ci aiutano a comprendere meglio il mondo in cui viviamo; ostacolare questo diritto significa limitare la nostra civiltà.

Assange ha ringraziato l’Ecuador per avergli concesso asilo politico e ha sottolineato che il governo del paese latinoamericano ha mantenuto i suoi valori e la sua autodeterminazione, in base a principi che non sono in vendita.

In questo senso, ha criticato le sanzioni economiche imposte all’Ecuador dagli Stati Uniti e ha chiamato i suoi abitanti a difenderne l’economia nelle elezioni dell’anno prossimo.

Il giornalista australiano ha dichiarato che il lavoro di WikiLeaks è stato riconosciuto dal governo dell’Ecuador e da molti altri paesi sudamericani.

Nel discorso del 20 dicembre ha affermato che la vera democrazia non è quella della Casa Bianca, ma la resistenza delle persone, di chi si oppone alle menzogne e difende la libertà di espressione.

Non dobbiamo arrenderci, perché se  sacrifichiamo la nostra indipendenza diventiamo persone controllate, senza la possibilità di difenderci. Dobbiamo imparare come funziona il mondo e quali sono le intenzioni di chi vuole controllarci dietro alla maschera della democrazia e della monarchia.

Assange ha già fatto un’apparizione pubblica dal balcone dell’ambasciata in agosto, quando l’Ecuador gli ha concesso l’asilo politico dopo che era rifugiato là da due mesi, nonostante il Regno Unito perseveri nella sua intenzione di estradarlo in Svezia.

L’attivista deve essere interrogato nel paese scandinavo per presenti reati sessuali, ma il suo avvocato e il governo dell’Ecuadro temono che da là venga estradato negli Stati Uniti, dove dovrebbe subire un processo per la pubblicazione da parte di  WikiLeaks di migliaia di comunicazione segrete del governo americano.