Il governo socialista di François Hollande si appresta a far votare in Parlamento il patto di bilancio europeo, chiamato anche Patto per la stabilità, il coordinamento e la governabilità (TSCG), il quale, oltre ad instaurare definitivamente una politica di austerità, mina l’indipendenza della Francia, che non potrà più decidere in modo sovrano del proprio bilancio nazionale.

Il TSCG, imposto dalla Germania di Angela Merkel, adottato a livello europeo, sta per essere ratificato dalla Francia di François Hollande. Questo testo introduce la cosiddetta “regola aurea”, diventata obbligatoria per tutti i paesi membri della zona euro, e instaura di fatto una politica di austerità, impedendo agli Stati di presentare un bilancio con un deficit superiore allo 0,5% del Prodotto Interno Lordo (1).

Adottato il 2 marzo da Nicholas Sarkozy e da altri 24 rappresentanti europei, il TSCG verrà presto sottoposto al Parlamento francese dove il partito socialista ha la maggioranza, per l’approvazione prevista con una procedura di maggioranza semplice delle due assemblee, senza che alcuna modifica sia stata apportata al trattato. La regola aurea diventerebbe allora legge e impedirebbe qualunque tipo di deficit pubblico, sotto pena di gravi sanzioni da parte dell’Unione Europea (2).

Quel che è peggio, con il TSCG la Francia perde gran parte della propria sovranità. Infatti, il Parlamento francese dovrà obbligatoriamente sottoporre il proprio bilancio annuale alla Commissione Europea, nessun membro della quale è stato eletto per suffraggio universale. Questi potranno effettuare gli arbitraggi che giudicheranno necessari senza dover dar conto ai cittadini, decidendo così dell’avvenire della nazione. Il TSCG rende quindi obbligatoria l’applicazione di politiche di austerità in Europa, senza che possa essere esplorata alcuna via alternativa.

Per la Francia, proprio mentre il paese si trova sull’orlo della recessione e sarebbe opportuno, a rigor di logica, immettere fondi nell’economia, il ritorno all’equilibrio di bilancio imposto dal Trattato, che richiede di scendere a un deficit del 3% nel 2013, significa che 33 miliardi di euro ridistribuiti dallo Stato devono essere ritirati dall’economia nazionale. Ma solo se le ipotesi di crescita dell’ordine dell’1% fossero confermate, il che è lungi dall’essere il caso. Questo presuppone da parte dello Stato una inevitabile riduzione di spesa pubblica, riduzione che avrà un impatto sociale (4).

Similarmente, per arrivare all’equilibrio di bilancio nel 2017, come si è impegnato a fare il presidente François Hollande, bisognerà ritirare 60 miliardi di euro dal ciclo economico. Questo equivale alla metà della somma prevista per il piano di rilancio, che è di 120 miliardi di euro (inferiore all’1% del PIL europeo) adottato dall’Unione per tutti i paesi della zona euro, destinato a stimolare la crescita.

Il Meccanismo europeo di stabilità (MES), ufficialmente, dovrebbe venire in aiuto ai paesi in difficoltà. Tuttavia, è riservato unicamente ai paesi che abbiano adottato il TSCG. Si tratta in realtà di un mezzo escogitato dai fautori del neoliberalismo, simboleggiati da Angel Merkel, per imporre politiche di austerità che, oltre d avere gravi conseguenze sociali sulle popolazioni, sono economicamente inefficaci (6).

Infatti, ovunque questi piani siano stati applicati, che sia in Grecia, in Italia, in Irlanda, in Portogallo o in Spagna, non solo la crisi del debito non si è riassorbita ma si è anzi aggravata, le condizioni degli abitanti si sono considerevolmente degradate, con una esplosione della disoccupazione e la distruzione organizzata del sistema di previdenza e di ammortizzatori sociali.

Gli esempi più emblematici sono quelli della Grecia e della Spagna, dove queste cure shock sono state imposte a forza. I risultati sono catastrofici dal punto di vista politico come dal punto di vista economico e sociale.

In Grecia, dopo l’applicazione di nove piani di austerità con un massiccio aumento di tasse tra cui l’IVA, aumento dei prezzi, riduzione dei salari (fino al 32% sul salario minimo!) e delle pensioni, innalzamento dell’età pensionabile,  distruzione dei servizi pubblici di prima necessità come l’educazione e la sanità, soppressione degli aiuti sociali e  privatizzazione di settori strategici per l’economia nazionale (porti, aeroporti, ferrovie, energia, acqua), la produzione è diminuita del 20%, la disoccupazione è esplosa, e la crisi del debito non ha fatto che peggiorare. Infatti, quest’ultima è oggi superiore a quella che era prima dell’intervento delle istituzioni finanziarie internazionali nel 2007 (7).

Dopo il disastro greco causato dalle politiche di austerità della Troika (Banca Centrale Europea, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale), la Spagna si trova a sua volta sull’orlo del precipizio. La stessa terapia shock neoliberale è stata applicata di forza al popolo spagnolo, con le stesse disastrose conseguenze. Il governo di Mariano Rajoy ha imposto ai cittadini un “piano di rigore colossale”, secondo la definizione del giornale economico “La Tribune”(8), con un taglio alle spese di 102 miliardi di euro fino al 2014: drastica riduzione del numero dei funzionari e dei bilanci di istruzione e sanità, diminuzione dei salari, aumento delle tasse (tra cui l’IVA), riduzione degli assegni familiari, delle indennità di disoccupazione e delle pensioni, e così via. Tutto questo in un paese colpito da una disoccupazione record (25%), e dove il tasso di povertà è in enorme crescita . Da parte sua, la Commissione Europea, lungi dal preoccuparsi delle conseguenze sociali e umane generate da queste misure, “accoglie con soddisfazione l’adozione in Spagna del piano pluriennale (9)”.

Il TSCG, che impone politiche di austerità come unica norma possibile, è destinato al fallimento e peggiorerà inevitabilmente la crisi economica in un’Europa già in piena recessione. In realtà, il concetto della “regola aurea” è discutibile, visto che, impedendo agli Stati di indebitarsi, li si priva di qualunque possibilità di realizzare quegli investimenti che rilancerebbero la crescita. Le disastrose conseguenze sociali porteranno a una grave crisi politica della quale è impossibile predire il risultato, in un contesto che vede la rinascita dell’estrema destra in tutto il continente.

Il governo socialista di François Hollande ha l’obbligo morale di sottoporre il TSCG al popolo attraverso un referendum, preceduto un ampio dibattito pubblico sui problemi in gioco. Ne va dell’avvenire della nostra democrazia, già notevolmente scossa dall’adozione per via parlamentare del Trattato di Lisbona nel 2007, che pure era stato respinto dai cittadini con un referendum.

 

(1) Unione europea, « Le Traité sur la stabilité, la coordination et la gouvernance », 2012.http://www.touteleurope.eu/fr/organisation/droit-de-l-ue/les-traites/presentation/le-traite-sur-la-stabilite-la-coordination-et-la-gouvernance-2012.html (sito consultato il 29 agosto 2012).

(2) Ibid.

(3) Ibid.

(4) Jean-Luc Mélenchon, « Discours de Jean-Luc Mélenchon en clôture des estivales citoyennes du Front de Gauche », Le Parti de Gauche, 26 agosto 2012. http://www.dailymotion.com/video/xt3yj5_discours-de-jean-luc-melenchon-en-cloture-des-estivales-citoyennes-du-front-de-gauche_news?search_algo=2 (sito consultato il 29 agosto 2012).

(5)  Ibid.

(6) Consiglio d’Europa, « Meccanismo europeo di stabilità», 2012. http://www.european-council.europa.eu/media/582863/06-tesm2.fr12.pdf (sito consultato il 29 agosto 2012).

(7) Comitato pour l’Annullamento del Debito del Terzo mondo (CADTM), « Le CADTM dénonce la campagne de désinformation sur la dette grecque et le plan de sauvetage des créanciers privés », 10 mars 2012.http://www.cadtm.org/Le-CADTM-denonce-la-campagne-de (sito consultato il 29 aprile 2012).

(8)  La Tribune, « L’Espagne s’impose un plan de rigueur colossal », 3 agosto 2012.

 

Fonte originale :  http://operamundi.uol.com.br/conteudo/opiniao/24575/pacto+orcamentario+europeu+atenta+contra+independencia+da+franca.shtml