Alla fine di settembre il Comitato IO SCELGO ha consegnato 6.200 firme a sostegno di una proposta di delibera popolare per istituire a Milano il registro dei testamenti biologici. Parliamo dell’iniziativa, della sua storia e delle sue prospettive con Monica Fabbri, coordinatrice del Comitato Promotore.

 

Com’è nata questa iniziativa?

Siamo un gruppo di cittadini che si incontravano da tempo su questo tema, convinti che poter dare delle indicazioni rispetto ai trattamenti sanitari desiderati qualora diventassimo incapaci sia un diritto individuale irrinunciabile. Nessuno, né lo Stato, né il medico, né i familiari, ci può imporre trattamenti che non vogliamo. Il testamento biologico è uno strumento utile per indicare i trattamenti desiderati e le persone da noi designate a fare le nostre veci.

In assenza di una normativa nazionale in materia, moltissimi cittadini hanno da tempo sottoscritto e depositato dichiarazioni anticipate di trattamento e decine di comuni italiani (tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo) hanno istituito, con varie modalità, registri di raccolta e/o di conservazione dei testamenti biologici.

Milano non poteva restare indietro: abbiamo così deciso di formare un Comitato Promotore per sostenere l’apertura di questo registro presso il Comune di Milano. L’iter che abbiamo scelto è quello di una proposta di iniziativa popolare, ossia una delibera sostenuta da un Comitato Promotore di 50 persone (di cui fanno parte personaggi noti come Gherardo Colombo, Moni Ovadia, Lella Costa e tanti altri ) e da 5.000 firme autenticate di cittadini milanesi.

 

Cos’è successo dopo che avete preso questa decisione?

Abbiamo cominciato a raccogliere le firme ad aprile, incontrando un successo incredibile e trovando molto sostegno da parte di realtà organizzate come i Comitati per Milano e Sel, ma anche di comuni cittadini che ci hanno aiutato a fare i banchetti. Dopo due mesi avevamo già raccolto più di 6.000 firme, ma il Collegio dei Garanti ci ha imposto un’interruzione, dichiarando inammissibile la nostra iniziativa con la motivazione che l’argomento non era di competenza comunale (nonostante, come ho già detto, molti Comuni abbiano già adottato un registro simile).

Noi abbiamo presentato un’istanza di riesame e all’inizio di settembre, dopo averci ricevuti con un’audizione, il Collegio dei Garanti ha accolto le nostre obiezioni ed è tornato sulla sua decisione. Senza l’interruzione forzata, avremmo potuto arrivare a 10.000 firme, ma quelle raccolte erano comunque più che sufficienti.

 

Quali sono i prossimi passaggi?

L’Ufficio Elettorale ha ora 45 giorni per verificare le firme. Seguirà un’altra verifica del Collegio dei Garanti; poi il Presidente del Consiglio Comunale dovrà mettere la proposta di delibera in calendario ed entro 60 giorni questa verrà discussa. La nostra previsione è di arrivare a questo passo tra febbraio e aprile del 2013.

Esiste una proposta analoga dei Radicali, che verrà, verosimilmente, discussa insieme alla nostra.

Sono fiduciosa che, com’è successo per il Registro delle Coppie di fatto, anche in questo caso il Consiglio Comunale saprà prendere una decisione che rispetta le scelte delle persone.

 

Che cosa prevede concretamente la delibera?

Chiunque sia residente a Milano potrà depositare presso l’Amministrazione comunale una dichiarazione anticipata di trattamento, indicando i trattamenti medici che intende o non intende consentire in una situazione di perdita di coscienza permanente ed irreversibile.

Sarà inoltre possibile designare una o più persone di fiducia, che possono sottoscrivere la dichiarazione e in seguito collaborare all’attuazione di quanto indicato.

Il Comune da parte sua rilascerà una ricevuta che attesta la volontà espressa. I costi, minimi (una marca da bollo) saranno a carico di chi deposita la dichiarazione.

La Giunta Comunale si occuperà di definire i provvedimenti attuativi e le modalità operative e di individuare le forme più adeguate per informare i cittadini.

 

Cosa succederà se la delibera verrà approvata?

La giurisprudenza già esistente dice che le indicazioni del paziente vanno ascoltate e dunque l’istituzione del registro anche a Milano aiuterà a risolvere l’eventuale conflitto tra le opinioni dei medici e i diritti delle persone a favore di queste ultime.

Se però venisse approvata, l’infausta legge nazionale sul testamento biologico, che dà l’ultima parola al medico, potrebbe vanificare tutti questi sforzi.

La partita comunque non sarebbe chiusa: avere indicazioni depositate permetterebbe a un tribunale di sollevare obiezioni di incostituzionalità. Inoltre c’è sempre la strada del referendum: visto l’appoggio entusiastico che abbiamo ricevuto, sono sicura che su questo tema sia ormai diffusa una sensibilità tale da permettere la raccolta delle firme e anche l’abrogazione della legge.

 

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