“Queste azioni arbitrarie e illegali servono ad intimidire i media palestinesi e i giornalisti vittime di aggressioni ripetute da parte delle Forze di Difesa Israeliana” ha detto RSF. “Invitiamo i militari israeliani a restituire il materiale e a permettere alle tv di riprendere a trasmettere”.

I raid sono stati effettuati da membri della FDI accompagnati da ufficiali dell’intelligence nei confronti della Al-Watan di Ramallha e della Al-Quds Educational TV di Al-Bireh (2 km da Ramallha). Entrambe le stazioni televisive si trovano in territori controllati dall’Autorità Palestinese.

Durante il raid alla Al-Watan, il direttore alla produzione Abd Al-Rahman Thaher,il giornalista Hamza Salamiyeh, il manager Ahmed Zaki e il designer Ibrahim Milhim sono stati trattenuti per varie ore. Secondo Ola Abu Gharbia, rappresentante del canale televisivo, sono stati sequestrati un computer, un trasmettitore e altre attrezzature necessarie al broadcasting. I soldati, che hanno confiscato anche delle cassette, file amministrativi e documenti ufficiali, si sono rifiutati di fornire spiegazioni.

Durante il raid alla Al-Quds Educational Tv avvenuto alle 3 del mattino, le truppe israeliane hanno sequestrato varie attrezzature, come ha dichiarato il Haroun Abou Arra direttore dell’emittente che si occupa principalmente di programmi per bambini e si trova vicina alla Jerusalem University Contemporary Media.

L’ autorità militare ha risposto che i raid sono stati eseguiti a due TV “pirata” che trasmettevano senza licenza su frequenze che potevano danneggiare velivoli civili.

Lo stesso giorno, il ministro francese ha condannato tali azioni.

RSF ha spesso denunciato le aggressioni ai giornalisti da parte delle autorità israeliane. Il 20 Novembre scorso il ministro per le comunicazioni di Israele aveva ordinato la chiusura della All For Peace, una stazione radio con sede nel territorio occupato di Gerusalemme Est e che trasmetteva da Ramallah nel West Bank.

Giustificandosi con la mancanza di licenza, le autorità hanno accusato la radio di “incitare l’odio nei confronti di Israele”. L’emittente trasmetteva programmi in ebraico e arabo da sette anni, incoraggiano iniziative di pace e il dialogo tra Israele e Palestina.

Tradotto da Eleonora Albini