“Vogliamo comunicare la nostra decisione di sommare alla già annunciata liberazione di prigionieri di guerra, altri quattro ostaggi che si trovano oggi in nostre mani” si dichiara nel comunicato sottoscritto dal comando generale del gruppo rivoluzionario comunista FARC.

Inoltre, i dirigenti della guerriglia, la più importante e la più antica del paese, con più di 47 anni di storia e 9.000 combattenti, hanno annunciato la rinuncia ai sequestri di civili come metodo per finanziare economicamente le proprie attività.
“Si è parlato molto dei rapimenti di persona, uomini o donne civili, effettuati a fini economici con lo scopo di sostenere la nostra lotta (…) A partire da oggi rinunciamo a questa pratica” si legge nel comunicato.

“E’ giunto il momento di iniziare a chiarire chi e con quale scopo si sequestrano civili oggi in Colombia” proponendo al governo del Presidente Juan Manuel Santos di cercare opzioni diverse rispetto alla lotta armata”.
“Ostacoli seri si pongono nel concretizzare una pace concertata nel nostro paese. La decisione arrogante del governo di aumentare la spesa militare, il contingente e le operazioni, indica il prolungamento indefinito della guerra”.
“Questo porterà ulteriori morti e distruzioni (…) E’ ora che il regime pensi seriamente ad una soluzione diversa, che inizi almeno con un accordo di regolamentazione del confronto e la liberazione di prigionieri politici”.

Da anni le FARC propongono lo scambio di prigionieri appartenenti alle milizie governative e alle forze dell’ordine con centinaia di loro guerriglieri, tuttavia dal 2008 sono stati rilasciati unilateralmente 20 prigionieri politici e militari da parte della guerriglia.

Nel comunicato della scorsa domenica, le FARC hanno accettato anche che il governo brasiliano fornisca la logistica per la liberazione dei 10 ostaggi, come già comunicato in precedenti occasioni.
Alla fine di dicembre, il gruppo armato aveva dichiarato l’intenzione di rilasciare 6 tra i 10 militari che permangono in stato di sequestro da oltre dodici anni.
Ma il rilascio era stato posticipato inizialmente perché, secondo le FARC, l’area dove i sequestrati dovevano essere liberati era militarizzata. In più la guerriglia aveva dichiarato di attendere che il governo colombiano accettasse la partecipazione di un altro paese nella logistica necessaria all’operazione di rilascio.
Due settimane fa il Presidente Santos ha annunciato che il Brasile era stato autorizzato a collaborare nel processo di liberazione dei membri delle forze dell’ordine, costituiti da cinque poliziotti e un militare. Il 16 febbraio il Brasile ha accettato di partecipare alla gestione dell’operazione.

Lo scorso novembre, nel bel mezzo dei confronti armati con le forze governative, le FARC uccisero 4 prigionieri appartenenti alle forze militari e di polizia, causando un’ondata di critiche e rifiuto in tutto il paese. In quell’occasione, uno dei militari riuscì a fuggire.

Negli ultimi anni le FARC hanno subito duri colpe da parte delle forze armate. Nel 2010, in un bombardamento, morì un loro comandante Jorge Briceño (Mono Jojoy) e nel 2011 durante un altro confronto, era morto il comandante massimo Alfonso Cano.
Timoleón Jiménez (Timochenko), che ha assunto il comando dopo Cano, ha proposto al governo l’apertura di un dialogo diretto verso il raggiungimento della pace.

Il Presidente Santos ha sottolineato che un tavolo di negoziati è possibile ma ha chiesto alle FARC gesti chiari di pace come la fine del sequestro di persone e il reclutamento di minori.

Tradotto da Eleonora Albini