Da Philip Rushton, Olivia Nigro, Michael Leonardi

In Italia non c’è una centrale ad energia nucleare in operazione dal 1990 grazie a un referendum del 1987 in seguito al disastro nucleare di Cernobyl in Russia, nel quale una maggioranza schiacciante della popolazione italiana votò contro l’industria nucleare. La penisola è stata descritta come “uno dei paesi più suscettibili ai terremoti in tutta l’Europa”, ed è anche per questo motivo che ci è rimasta un’opposizione diffusa al nucleare.

Negli anni successivi, però, la lobby nucleare si è data da fare.

Un cambiamento nella politica del governo nel 2008 ha inaugurato il ritorno al percorso tossico del nucleare.

In seguito al disastro si Fukushima, il governo italiano ha dichiarato che voleva abbandonare il percorso nucleare, ma successivamente il Primo Ministro Berlusconi ha effettivamente ammesso che tale dichiarazione era semplicemente un inganno che aveva come obiettivo quello di far passare il momento di massima ansia pubblica sulla questione. Berlusconi, in una conferenza stampa con Nicholas Sarkozy, ha dichiarato che gli italiani erano “troppo emozionati per votare”.

Il governo ha tentato di cancellare il referendum sul nucleare, ma il primo giugno la Corte di Cassazione ha deciso che il referendum poteva procedere.

**La catena internazionale del nucleare**

La lotta contro la catena nucleare è internazionale. Fukushima ci è servito come ricordo importante e pressante dei pericoli immensi legati all’energia nucleare. Perciò offriamo la nostra più profonda solidarietà al popolo giapponese nei loro sforzi per affrontare le conseguenze del disastro nucleare di Fukushima e diamo il nostro appoggio al loro appello per una Giornata di Protesta Globale contro l’energia nucleare da tenere l’11 giugno: [http://nonukes.jp/wordpress/?page_id=137](http://nonukes.jp/wordpress/?page_id=137)

**Inoltre, c’è la questione dell’estrazione dell’uranio**

Siamo coscienti che l’Australia è il paese dove si trovano fino al 40% delle riserve accertate dell’uranio, e dove si trova il più grande giacimento di uranio in tutto il pianeta, a Roxby Downs, altrimenti conosciuto come Olympic Dam, nello stato di South Australia.

Sulla scia del cosiddetto “rinascimento nucleare globale”, c’è stata un’espansione aggressiva dell’industria.

L’uranio australiano è utilizzato nei reattori di tutta l’Europa ed è stato identificato nella centrale nucleare di Fukushima.

Noi crediamo che un movimento per porre fine all’energia nucleare implica necessariamente un movimento per porre fine all’estrazione dell’uranio.

Perciò offriamo la nostra piena solidarietà ai popoli indigeni e le comunità che si trovano in prima linea nella battaglia contro l’industria mineraria in Australia, e inoltre offriamo il nostro appoggio alla protesta organizzata contro la Conferenza Internazionale dell’Industria dell’Uranio a Perth, nello stato di Western Australia, il 7 giugno 2011: [http://nuclearfree.wordpress.com/](http://nuclearfree.wordpress.com/)

**C’è poi la questione dell’energia nucleare negli Stati Uniti**

Il movimento antinucleare negli USA sta lottando contro l’amministrazione di Obama che è a favore del nucleare, e l’enorme potere economico della lobby nucleare negli Stati Uniti.

Crediamo che è giunta l’ora di porre fine all’energia nucleare in tutto il mondo, e alle 104 centrali in attività negli USA. Questi reattori sono vecchi e pericolosi, e suscettibili di rilasci di radioattività che sono stati documentati, assieme ad altri gravi problemi di sicurezza.

La Commissione di Regolamentazione dell’Industria Nucleare (NRC) approva ad occhi chiusi le decisioni dell’industria stessa ed è stata gravemente negligente nella sua copertura per le pratiche pericolose di quell’industria.

Perciò offriamo la nostra piena solidarietà al movimento “Nuclear-free” negli Stati Uniti che chiede al Presidente Obama l’eliminazione progressiva dell’energia nucleare negli USA e la sua sostituzione con fonti rinnovabili. [http://www.beyondnuclear.org/](http://www.beyondnuclear.org/)

**Le scorie radioattive**

Alla fine della catena ci sono le scorie nucleari che rimangono pericolosamente radioattive per centinaia e a volte migliaia di anni. Fino ad oggi non esiste nessun metodo sicuro per stoccare combustibile esaurito, altamente radioattivo, prodotto degli impianti nucleari.

Siamo consapevoli che il governo australiano sta cercando di imporre una discarica nazionale per scorie radioattive sulla comunità aborigena della zona isolata di Muckaty Station nello stato di Northern Australia, tramite processi molto poco democratici.

Esiste una notevole opposizione alla discarica da parte di molti proprietari tradizionali e della comunità locale, che conta sul sostegno di una campagna nazionale.

È probabile che questa discarica ospiti le scorie altamente radioattive che saranno riportate in Australia dalla Scozia e dalla Francia nel 2015 e 2016.

Crediamo che un movimento per opporsi all’energia nucleare deve essere necessariamente un movimento in solidarietà con i popoli indigeni le cui terre sono scelte in maniera sproporzionata come luogo per accogliere impianti nucleari.

Perciò offriamo la nostra piena solidarietà alle persone che stanno lottando contro la candidatura di Muckaty Station come discarica per le scorie radioattive in Northern Australia. Offriamo inoltre la nostra solidarietà alla protesa contro la stessa discarica organizzata davanti al Palazzo del Parlamento dell’Australia per il 14 giugno, 2011.

[http://beyondnuclearinitiative.com/](http://beyondnuclearinitiative.com/)

**La lotta per un futuro libero dal nucleare è una lotta internazionale**

La gente in Italia deve sapere quanto è importante il voto, non solo per l’Italia ma per il movimento antinucleare in tutto il mondo.

Le decisioni governative nella Germania e in Giappone sul porre fine agli impianti nucleari o sulla loro progressiva eliminazione sono molto importanti, ma il referendum in Italia potrebbe essere un esempio primario di un popolo che impone la sua volontà su un governo corrotto e sull’implacabile lobby nucleare.

Ci serve il vostro aiuto per far sì che succeda. Vi chiediamo la vostra solidarietà.

Speriamo che può essere l’inizio di un dialogo che continua e uno scambio di solidarietà mentre lottiamo insieme nei diversi momenti della catena nucleare, per un futuro libero dal nucleare.

[http://www.fermiamoilnucleare.it/](http://www.fermiamoilnucleare.it/)