Questo per i costi fuori controllo, la crescente opposizione delle popolazioni (repressa anche nel sangue, come in India), l’insolubile problema delle scorie. La potente lobby nucleare non si arrende e tornerà con ferocia all’offensiva (questione di vita o di morte: la Francia rischia un tracollo), ma i problemi che ha sulla sua strada non sono facilmente risolubili. Fukushima ha rivelato, si spera una volta per tutte, che le conseguenze *“globali”* rappresentano il vero rischio di un incidente nucleare, potendo danneggiare per decenni l’intero pianeta (le catene alimentari !).

L’incidente di Chernobyl ha coinvolto un solo nocciolo, quello di Fukushima 3 noccioli e 4 piscine del combustibile irraggiato: la massa totale di combustibile danneggiato è superiore a quella di tutti i precedenti incidenti nucleari sommati insieme…

La gravità dell’inquinamento radioattivo dell’atmosfera e della biosfera viene minimizzata o occultata. Gli effetti dell’esposizione interna a piccole dosi quotidiane di radionuclidi (per via alimentare, trans-placentale e gametica/transgenerazionale) sono assai maggiori di quelli calcolati sulla base di “modelli di rischio” astratti e rudimentali. Non si tiene nel dovuto conto nemmeno la documentata radiosensibilità delle cellule germinali e staminali, che potrebbe spiegare l’alta frequenza di leucemie infantili segnalata da decenni nei dintorni delle centrali.

Il nucleare si regge (e garantisce lauti affari) solo grazie ai sussidi statali e alla esternalizzazione dei costi scaricati sui contribuenti: il governo giapponese pensa già a come sostenere Tepco per le compensazioni del disastro (compresa una riduzione generalizzata dei salari).

La sua eredità di morte rischia di gravare per millenni sulle generazioni future