In occasione del XX° anniversario della caduta del muro di Berlino, si sta svolgendo in questi giorni nella capitale tedesca il Decimo Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace. L’evento, con lo slogan ‘Abbattendo nuovi muri, per un mondo senza violenza’, ha riunito Mikhil Gorbachev, Lech Walesa, F.W. De Klerk, Mairead Maguire, Muhammad Yunus tra gli altri premiati.

Oggi, Martedì 10 novembre, ha aperto la giornata inaugurale il sindaco di Berlino -Klaus Wowereit- sottolineando tutto ciò che è stato fatto dalla caduta del muro, ma anche tutto ciò che resta da fare.

Subito dopo, Mikhael Gorbachev, Presidente del Summit, ha fatto riferimento al “muro invisibile” che separa l’Europa dalla Russia, sottolinenando il fatto che “siamo parte della Grande Europa Unita. Ma ancora esiste un timore verso la Russia; questo deve cambiare… Dopo la caduta del muro si è radicata un’illusione di vittoria in Occidente, questo è un errore che abbiamo pagato tutti”.

Lech Walesa, ex Presidente della Polonia e leader del sindacato polacco Solidarietà, che tanto contribuì alla caduta del socialismo, ha espresso, nel suo discorso, che “è difficile costruire un mondo basato sulle mezze verità… Se le cose non cambieranno in futuro, avremo bisogno di nuovi maestri che ci aiutino a trovare la verità. Quando noi portammo avanti la nostra lotta, la vittoria arrivò perché lo facemmo appoggiandoci sui nostri valori. Questo è qualcosa che non devono dimenticare le nuove generazioni”.

Più tardi, F. W. De Klerk, ex Presidente della Repubblica del Sudafrica, ha parlato nel suo discorso al rapporto di Stoccolma, in cui si mette in risalto che dei 27 conflitti che ci sono attualmente nel mondo, 25 sono dovuti a scontri etnici e culturali all’interno dello stesso paese. Risolvere tali conflitti è una delle maggiori sfide con cui deve fare i conti l’umanità -ha detto De Klerk- perché quando si forza l’integrazione delle minoranze nelle maggioranze, questo produce alienazione e genera violenza. Ha sottolineato inoltre il grande cambiamento del mondo, che molto ha a che vedere con l’accelerazione che comporta la globalizzazione, e come gli avvenimenti che accadono in una parte del mondo possono condizionare ciò che accade da un’altra parte. “Viviamo in un mondo multipolare e non bipolare come 20 anni fa”, ha detto, e ha concluso spiegando come anche la caduta del muro ha aiutato il Sudafrica per costruire ponti.

Da parte sua, Muhammad Yunus, creatore della cosiddetta Banca dei Poveri in Bangladesh, ha proposto come punto di partenza L’IMPOSSIBILE e ha fatto riferimento a come, per esempio, nel 1989 nessuno si immaginava la caduta del muro; nessuno immaginava internet, i telefoni cellulari, il computer portatile… e oggi allo stesso modo nessuno può immaginare i muri che cadranno nella nostra vita. Con molta speranza ha però manifestato “Andiamo verso l’impossibile, perché l’impossibile è realizzabile”.

Mairead Maguire, che ha ootenuto il Premio Nobel per la sua mediazione tra protestanti e cattolici in Irlanda del Nord, in risposta a una domanda sulla necessità di nuove istituzioni per affrontare i cambiamenti, ha detto “non importa come e quanti cambiamenti si facciano nelle istituzioni, se non cambia la nostra mentalità, non cambieremo niente”.
Ha poi sottolineato la presenza di una nuova coscienza che cerca una società nonviolenta, che rifiuta un mondo che insegna ai giovani a uccidere, che lascia che i bambini muoiano di fame e che distrugge il pianeta.

Hanno chiuso l’evento di apertura di questo Summit gli inteventi di Walter Veltroni, ex Sindaco di Roma e Copresidente del Summit; José Manuel Durao Barroso, Presidente della Comissione Europea, e Ahmed Kathrada, a nome di Nelson Mandela.

Domani continuerà il Summit con l’incontro con il Gruppo Base della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, a cui verrà consegnata la “Carta per un Mondo senza Violenza”, con l’obiettivo che la diffonda e ne chieda l’adesione a dirigenti, istituzioni, ecc. di tutti i paesi per cui passerà il gruppo stesso nel suo percorso.

Di fronte alla sessione plenaria, alle 9 di mattina, Mario Rodriguez Cobos -conosciuto come Silo- Pensatore dell’Umanesimo Universalista e ispiratore di questa Marcia, parlerà delle ragioni profonde della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza.