La chiusura del confine giordano-siriano non permette l’evacuazione dei feriti di guerra mentre i combattimenti e gli attacchi aerei nel sud della Siria continuano senza sosta

Roma/Amman, 7 dicembre 2016 – La clinica per i siriani feriti di guerra nel nord della Giordania, dell’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF), è stata costretta a interrompere le attività appena sei mesi dopo la chiusura del confine tra Giordania e Siria. Nella clinica del campo rifugiati di Zaatari, a circa 80 km a nord-est di Amman, MSF forniva assistenza post-chirurgica ai rifugiati operati nella vicina Ramtha e in altri ospedali.

La decisione della Giordania di chiudere le frontiere con la Siria, risalente al 21 giugno, ha fatto sospendere l’evacuazione medica dei siriani feriti dal governatorato di Dara’a, nel sud della Siria, all’ospedale di Ramtha, dove MSF fornisce assistenza chirurgica traumatologica d’urgenza da più di tre anni a fianco del Ministero della Salute giordano. Al momento i suoi reparti sono praticamente vuoti. Ne consegue, che i trasferimenti alla clinica a Zaatari sono diminuiti drasticamente.

Secondo quanto riferito a MSF dai suoi partner medici nel sud della Siria, a un totale di 70 feriti di guerra siriani – 16 dei quali bambini – è stato negato di attraversare il confine giordano, nonostante avessero bisogno di un intervento chirurgico salvavita. L’équipe di MSF nell’ospedale di Ramtha continua a trattare i pochi casi di feriti di guerra che sono autorizzati a entrare nel paese. Tuttavia se il confine dovesse rimanere chiuso, anche il programma di chirurgia di MSF a Ramtha potrebbe essere costretto a chiudere.

Gli ospedali da campo nel sud della Siria sono messi a dura prova e sono a corto di personale e materiale sanitario. I pazienti feriti devono essere trasferiti da un ospedale di campo all’altro alla ricerca della competenza medica o dell’attrezzatura medica necessarie per portare a termine interventi complicati che potrebbero altrimenti essere svolti in Giordania, mettendo così a rischio le loro chance di sopravvivenza.

Con l’intensificarsi degli scontri e dei bombardamenti aerei nel sud della Siria, da fine settembre, MSF ha ricevuto informazioni in base alle quali il numero di siriani feriti in questo brutale conflitto sono aumentati in modo considerevole”, afferma Luis Eguiluz, capo missione di MSF in Giordania. “Ciononostante, la capacità di MSF di salvare vite umane è diminuita drasticamente ora che ai feriti di guerra non è permesso entrare e, mentre aspettiamo che i confini siano riaperti, i feriti più gravi non possono più aspettare”.

MSF ha aperto la clinica di assistenza post-chirurgica da 40 posti letto nel campo profughi di Zaatari a fine marzo 2014 per completare il proprio progetto di chirurgia a Ramtha, fornendo riabilitazione ai pazienti siriani, incluse protesi, fisioterapia e supporto psicologico. Nella clinica sono stati ricoverati 531 pazienti con ferite da guerra, trasferiti dall’ospedale di Ramtha e altre strutture mediche, mentre il personale ha effettuato 2.143 visite ambulatoriali, 1.454 sessioni di fisioterapia e più di 2.500 consultazioni di salute mentale.

E’ vergognoso sapere che ci sono pazienti che probabilmente stanno morendo a pochi chilometri di distanza, dall’altra parte del confine, per mancanza di accesso alle cure mediche essenziali” dichiara Marjan Besuijen, coordinatore di progetto per MSF a Zaatari. “I reparti all’interno della clinica di Zaatari sono silenziosi ma questo non significa che la violenza in Siria sia diminuita, né che ci siano meno feriti che hanno bisogno di cure mediche. Tutto questo è esclusivamente dovuto a una barriera fisica che sta privando di cure mediche chi ha un disperato bisogno di riceverle”.

La Siria è ormai una trappola mortale dove il diritto internazionale umanitario continua a essere violato su base quotidiana. MSF chiede nuovamente al governo giordano di aprire i suoi confini ai feriti di guerra siriani e consentire loro di accedere a cure mediche urgenti salvavita, che in Siria non sono disponibili.

 

MSF lavora in Giordania dall’agosto del 2006 quando ha istituito un progetto di chirurgia ricostruttiva nella capitale, Amman. Dal 2013, MSF sta gestendo un progetto di chirurgia traumatologica d’urgenza nell’ospedale di Ramtha, così come un ospedale materno infantile e due progetti per malattie non trasmissibili a Irbid e Ramtha, a supporto sia dei rifugiati siriani sia dei giordani vulnerabili.