Amnesty International
Assemblea ENI: Amnesty chiede di bonificare le zone inquinate del delta del Niger
In occasione dell’assemblea degli azionisti di Eni a Roma, domani 8 maggio Amnesty International Italia lancia una nuova serie di iniziative per ottenere, da parte della compagnia petrolifera italiana, l’impegno a bonificare tutte le zone inquinate e attuare misure preventive efficaci nella regione del delta del fiume Niger.
Musulmani discriminati per la loro fede
‘I musulmani sono ritenuti responsabili di cio’ che accade in Medio Oriente e Africa del Nord. La gente mi ha insultato per strada o ha fatto commenti sgradevoli. Un uomo si e’ messo a gridare contro di me dicendo che avrei dovuto togliermi il velo. Sono cresciuta in Svizzera e credo che questo sia il mio paese.
Amnesty e CEHRD accusano la Shell
Secondo un’analisi indipendente ricevuta da Amnesty International e dal Centro per l’ambiente, i diritti umani e lo sviluppo (Cehrd), una fuoriuscita di petrolio avvenuta nel 2008 nel Delta del Niger, in Nigeria, fu assai piu’ grave di quanto ammise la Shell, che sottostimo’ clamorosamente la quantita’ di petrolio diffusa nell’ambiente.
Una costituzione al passo con i tempi
Amnesty International ha inviato oggi un memorandum di 37 pagine all’Assemblea nazionale costituente della Tunisia in cui chiede che la stesura della nuova Costituzione sia l’opportunita’ per prevenire il ripetersi delle diffuse violazioni dei diritti umani verificatesi sotto la presidenza di Zine El Abidine Ben Ali.
Rilascio immediato per Ni Yulan. Lo chiede Amnesty International
Amnesty International ha chiesto il rilascio immediato di Ni Yulan, avvocata e attivista per il diritto all’alloggio, condannata oggi a due anni e otto mesi di carcere per ‘frode’ e per ‘aver disturbato la quiete pubblica e provocato disordini’. Per quest’ultimo reato, e’ stato condannato a due anni di carcere anche il marito, Dong Jiqin.
Giustizia per i migranti e le loro famiglie
A seguito delle dichiarazioni del ministro Andrea Riccardi, relative al riconoscimento da parte del governo italiano delle responsabilita’ per la morte nel Mediterraneo, nel marzo 2011, di 63 migranti partiti dalla Libia e in rotta per l’Italia, Amnesty International Italia ha sottolineato la necessita’ che vi sia giustizia per le vittime, i loro familiari e i sopravvissuti.
“Un profondo passo indietro”
La decisione del Giappone di impiccare tre prigionieri, dopo che erano trascorsi quasi due anni senza esecuzioni, e’ stata giudicata ‘un profondo passo indietro’ da Amnesty International.
Il ministro della Giustizia Toshio Ogawa ha autorizzato le tre impiccagioni, spiegando che era suo ‘dovere’, come titolare del ministero.










