In data 3 dicembre 2025, nel tardo pomeriggio, Mohssine Ghouati, un giovane di 27 anni residente a Pian Camuno in Val Camonica, ha perso la vita all’interno di uno stabilimento della Montello Spa. La vittima, di nazionalità marocchina, era in Italia da otto anni, si era sposato l’anno scorso e, solamente due settimane fa, la moglie era riuscita a raggiungerlo dal Marocco.
L’operaio lavorava come manutentore esterno per conto della Sideral, una società di manutenzione specializzata nel recupero e riciclo di materiali plastici e organici all’interno della Montello dove, oltre alle società in appalto, vengono applicati tre tipi di contratto (tra i quali, metalmeccanico e gomma plastica), per un totale di oltre 400 lavoratori, cui si aggiungono 300 dipendenti di una cooperativa, circa 30 addetti alle pulizie ed oltre 100 lavoratori in somministrazione.
Dopo le primissime ricostruzioni, questi è risultato essere dipendente della società Moni srl.con sede legale a Milano, un capitale sociale di circa 10.000 euro e poco meno di 50 dipendenti, con un capannone in provincia di Bergamo, è evidente che si trattasse di un subappalto.
Sembrerebbe che Mohssine Ghouati sia rimasto impigliato in un macchinario (un rullo trasportatore nel capannone di via Filzi), mentre era all’opera in una buca di carico, da solo, dove sarebbe stato inizialmente colpito da alcuni detriti. Le sue condizioni sono apparse fin da subito gravissime: il 27enne è morto pochi minuti più tardi all’interno della fabbrica.
Vani, purtroppo, i lunghi tentativi di rianimazione da parte dei sanitari:
Alla Montello Spa è tempestivamente arrivata la Croce Verde di Brusaporto con un’ambulanza e un’automedica; sul posto anche il personale Ats e i carabinieri della stazione di Calcinate, per i rilievi di legge.
Nonostante la nota di cordoglio e di vicinanza alla famiglia della Montello Spa, come dichiarato dalla Fiom, la Filt, la Filctem e la Nidil CGIL di Bergamo, sembrerebbe che l’azienda non avesse, tuttavia, interrotto la produzione, a seguito dell’evento tragico, proseguendo l’attività come se nulla fosse accaduto.
Come ha affermato Magni, in una interrogazione: “Quanto illustrato, se fondato, non potrebbe non destare sconcerto e sgomento, rappresentando una grave mancanza di rispetto nei riguardi della morte di una persona a causa del lavoro, nonché di tutte le lavoratrici e i lavoratori che ogni giorno entrano in tale stabilimento”.
Il Comitato Aria Pulita si è unito al dolore per la tragica scomparsa del giovane lavoratore alla Montello Spa. Siamo vicini alla famiglia, ai colleghi e a tutta la comunità colpita da questa perdita: «Nel 2025 non possiamo ancora piangere chi muore sul posto di lavoro. A 27 anni dovresti costruire il tuo futuro, non perderlo per sempre. Quando una vita si spezza così, non è un “incidente”: è una ferita che riguarda tutti noi. Significa che abbiamo smarrito l’etica, la cura, il rispetto per ciò che conta davvero: l’essere umano. La vita non può valere così poco. La sicurezza non può essere una promessa mancata. Non restiamo in silenzio. Non giriamo lo sguardo. Meritiamo — e dobbiamo pretendere — un mondo in cui nessuno muoia mentre lavora.»
Nel frattempo, i sindacati hanno indetto un’altra giornata di sciopero e assemblee in tutto lo stabilimento. “L’incontro di questa mattina con l’azienda è stato interlocutorio: ci sono stati illustrati i passaggi effettuati da Carabinieri, Ats, Ispettorato del Lavoro e Inail, e ci è stata confermata la piena collaborazione con le autorità – spiegano Fiom, Filt, Filctem, Filcams e Nidil Cgil Bergamo, insieme a Uiltrasporti -. Il fatto che il lavoratore fosse impiegato in subappalto conferma ancora una volta quanto una filiera così lunga aumenti i rischi e come troppo spesso, a pagare, siano gli anelli finali della catena”.
Anche il sindacato Slai Cobas ha espresso la massima vicinanza alla famiglia, agli amici, ai compagni di lavoro di Mohssine Ghouati il giovane operaio ucciso per il profitto dentro la Montello spa: “Perché le morti sul lavoro non sono fatalità ma frutto del sistema di produzione che mette al centro il profitto e non la vita operaia. Questo è evidente anche in questa vicenda a partire dal fatto che tutti mettono al centro che era un lavoratore di una ditta esterna come per dire che la Montello non c’entra niente, quando invece è proprio il padrone della Montello che sceglie per convenienza di avere cooperative, appalti e subappalti che però lavorano 365 giorni all’anno sulle sue linee di produzione!”
Per lo Slai Cobas ci deve essere: “Una fabbrica, un contratto, come premessa per un ambiente di lavoro dignitoso e sicuro, ma i sindacati confederali che ora piangono lacrime di coccodrillo non hanno nessuna intenzione di unire i lavoratori in questa battaglia. Perché come dimostra anche il report che riportiamo delle assemblee di ieri sono sempre impegnati a trovare soluzioni per l’azienda e a frenare i lavoratori. Ricordiamo che sono state delle operaie che hanno cominciato a fermarsi nelle linee quando hanno saputo dell’operaio morto visto che l’azienda continuava a lavorare.”
Il pubblico ministero Laura Cocucci ha aperto un fascicolo d’indagine per omicidio colposo che ha visto, per ora, tre indagati. Dopo la morte del 27enne Mohssine Ghouati, dipendente di una ditta esterna in subappalto morto mercoledì 3all’interno della Montello durante un intervento di manutenzione: il nastro trasportatore su cui operava è ripartito trascinandolo dentro il macchinario. Sul corpo del giovane verrà effettuata l’autopsia.
https://www.ilgiorno.it/bergamo/cronaca/incidente–lavoro-muore-operaio-montello-lecrh09q










