Lo scorso giugno la Rete di Scuole contro il dimensionamento aveva ottenuto un importante risultato grazie alla mobilitazione popolare: la Città metropolitana di Torino aveva preso la decisione politica di bocciare le proposte di accorpamento relative a 7 istituti secondari che insistono in aree particolarmente complesse e già enormemente svantaggiate in termini di occasioni culturali, sociali e formative, quali quelle della periferia di Torino Nord e in parte della periferia Sud.

La Regione, pur recependo il parere di Città metropolitana, rilancia adesso con l’istituzione di una commissione tecnica che, senza ascoltare il parere dei territori e degli attori sociali maggiormente coinvolti (docenti, famiglie, sindacati di settore), in tempi assolutamente irragionevoli si pone l’obiettivo di raggiungere i tagli precedentemente prefissati in meno di un mese dalla data della sua costituzione. Vi state chiedendo come? Perseguendo ipotesi di dimensionamento che riprendono acriticamente le iniziali operazioni di accorpamento già respinte dalla stessa Città metropolitana e già ampiamente dimostratesi deleterie in termini di ricadute sui territori (come le nostre delibere collegiali e i nostri pareri di Consiglio d’istituto hanno dimostrato).

A quanto pare, le deliberazioni degli organi collegiali non importano, non contano, non servono. La maggioranza di Palazzo Lascaris vuole andare avanti, a ogni costo.

Queste inaccettabili decisioni politiche che, in sede regionale, impongono il dimensionamento scolastico ci confermano, se ce ne fosse bisogno, che in nome del raggiungimento degli obiettivi del PNRR è tutto ammissibile: far carta straccia della democrazia scolastica degli organi collegiali e colpire in modo indiscriminato le istituzioni della nostra città, anche in zone di maggiore disagio sociale e culturale e con alta incidenza di abbandono scolastico e insuccesso formativo.

Un dimensionamento cieco e ingiusto

Denunciamo con fermezza la logica esclusivamente ragionieristica e numerica che guida questi provvedimenti. La scuola non può essere trattata come un costo da tagliare o un’azienda da ottimizzare. Lo abbiamo già fatto presente, urlato e chiarito in questi mesi, lo ribadiamo.

I dimensionamenti non solo tagliano le cattedre e gli uffici ma recidono il legame vitale tra l’istituzione e la comunità.

La creazione di “mega-istituti” – se gli accorpamenti non saranno fermati in extremis – renderebbero impossibile la gestione efficace di classi complesse e fortemente disomogenee, formate anche da un’alta percentuale di studenti stranieri di prima generazione e di allieve e allievi con bisogni educativi speciali, per non parlare dell’altissimo numero di discenti con disabilità presenti nei nostri Istituti.

Il dirigente scolastico e il personale amministrativo diventerebbero figure sempre più remote e sovraccariche di impegni amministrativi e gestionali, incapaci di tessere quel rapporto pedagogico di prossimità fondamentale con le famiglie, spesso non italofone e in difficoltà.

La riduzione di personale ATA e di collaboratori scolastici, dovuta ai tagli, indebolirebbe la sorveglianza e il supporto logistico, elementi cruciali per mantenere la qualità dell’ambiente scolastico.

Il risultato sarebbe un concreto rischio di aumento della dispersione scolastica proprio in zone in cui la scuola è l’unico vero ascensore sociale, oltre che presidio di legalità, inclusione e civiltà

Chiediamo immediatamente:

Revoca immediata delle delibere di dimensionamento che non tengano conto degli indici di complessità e disagio sociale dei territori.

Stanziamento di risorse aggiuntive e un significativo cambio di paradigma politico per la gestione e il funzionamento delle scuole presenti in zone come le nostre, a forte immigrazione e disagio, riconoscendo il loro ruolo strategico per l’inclusione.

Apertura di un tavolo di confronto Istituzionale che ponga al centro le esigenze pedagogiche e sociali, non solo i numeri di bilancio.

Contro la loro logica astratta, la nostra presenza concreta

La Rete delle scuole contro il dimensionamento invita dirigenti, docenti, personale ATA, studenti, genitori e cittadini tutti a unirsi alla nostra mobilitazione.

 

📌 PRESIDIO CITTADINO

Mercoledì 26 novembre, ore 13:00

Consiglio Regionale del Piemonte, Via Alfieri 15

Non permetteremo che il diritto all’istruzione venga sacrificato sull’altare del mero risparmio economico.

Rete contro i dimensionamenti