Mobilità sostenibile, sicurezza stradale e diritto all’abitare: i comitati chiedono un cambio di visione alla città.

I comitati cittadini chiedono un impegno definitivo al Sindaco: serve una diversa visione di città, basata su un’impostazione ecologista e ambientale, che metta al centro il diritto all’abitare.

Domenica 16 novembre, in occasione della Giornata Internazionale delle Vittime della Strada, a Napoli si è tenuta una manifestazione promossa dal comitato “Napoli Città 30”, a cui aderiscono oltre venti associazioni impegnate nella mobilità sostenibile e nella sicurezza stradale. Obiettivo dell’iniziativa: chiedere interventi infrastrutturali, regolamentari e di controllo che garantisciano sicurezza sulla strada, soprattutto per gli utenti più esposti. I dati parlano chiaro: secondo ACI-ISTAT, dall’inizio del 2025 per 24 pedoni l’investimento è stato fatale, mentre nel 2024, secondo il Comune, 663 persone sono state coinvolte in incidenti stradali. Il claim della giornata: “non chiamateli incidenti”.

Prima di concludere il giro, i ciclisti e le cicliste si sono radunati in via Don Bosco, dinanzi alla sede della Città Metropolitana, dove una morte atroce è toccata a Stefano Giannino, funzionario proprio di questo ente, freddato mentre, alle 7:20 del mattino del 18 aprile di quest’anno, si recava al lavoro. Lo ricorda la moglie, Amalia Grasso, che, intervistata da Sky Tg24, ripete il triste slogan enunciato dai promotori dell’iniziativa: “Non chiamateli incidenti, l’automobilista che ha investito mio marito guidava ad una velocità folle ed era distratto”.

I promotori, attraverso la voce di Luca Simeone, di Napoli Pedala, chiedono in particolare soluzioni strutturali urbanistiche: modifiche morfologiche alla sede stradale per far sì che le vetture non corrano. Non si tratta, pertanto, solo di modificare e applicare le regole del codice della strada, quanto di ragionare, insieme ai cittadini e alle cittadine, di una diversa visione di città.

La stessa denuncia viene portata avanti dall’associazione Cicloverdi-FIAB, la cui presidente, Teresa Dandolo, era presente anche alla pedalata di domenica e che il 2 maggio 2024 già chiamava la cittadinanza a una fiaccolata in Galleria Principe per ricordare le vittime della strada, dichiarando nel comunicato stampa che “a Napoli si continua a morire per strada, si muore sempre per le stesse cause: eccesso di velocità e distrazione delle persone alla guida di auto. A soccombere i più deboli, coloro che si muovono a piedi, in bici. La violenza stradale fa paura e fa paura l’assenza di azioni concrete ed immediate per contrastare quest’emergenza. Il nostro paese si trova al secondo posto per pericolosità stradale in Europa ed è al primo per incidenti mortali che coinvolgono ciclisti. Il numero di morti sulle strade è sette volte maggiore di tutte le morti sul lavoro e la prima causa di morte dei giovani sotto i 34 anni. Il problema della sicurezza stradale è così rilevante che la Comunità Europea ha imposto agli Stati membri di attuare piani concreti per ridurre il numero di vittime e incidenti stradali.”

Di cambiamento di visione, con riguardo al rapporto fra aree cementate e verde pubblico, parlano anche altre organizzazioni cittadine: Napoli non sembra affatto essere a misura di pedone, ma nemmeno, in generale, di abitante. Un’inchiesta di Potere al Popolo, pubblicata nell’ottobre del 2025, sostiene che “numerosi spazi verdi di Napoli sono inaccessibili o versano in condizione di grave degrado: l’accordo per la riapertura del Parco Urbano dei Camaldoli (135 ettari, un polmone della città) è stato firmato nel 2022, ma ad oggi il parco è ancora chiuso e versa in condizioni di totale abbandono; il Parco San Gennaro e il Parco Emilia Laudati sono ancora chiusi, nonostante le dichiarazioni dell’Assessore al Verde del Comune di Napoli che, dopo infiniti rinvii, aveva promesso la riapertura il 15 ottobre; gli altri parchi segnalano aperture discontinue, manutenzioni rimandate, ambienti rovinati, percorsi non curati, aree completamente abbandonate.”

Inoltre, si denuncia la politica di privatizzazione del verde e dei parchi urbani portata avanti dal Comune. Altra voce critica è Verde Ribelle, comitato di studenti di 4D dell’Istituto G. Siani di Napoli che monitora i finanziamenti destinati al miglioramento dei parchi verdi di Napoli: con competenze diversificate, si raccolgono dati sull’impatto degli interventi realizzati e si coinvolge la comunità locale, con il fine di chiedere tutela e valorizzazione degli spazi verdi. Gli studenti dichiarano, sul proprio blog, che “il territorio di Napoli presenta un bisogno urgente di riqualificare le aree verdi urbane, che spesso sono degradate o poco fruibili, con impatti negativi sulla qualità della vita dei cittadini. La carenza di spazi verdi accessibili e ben gestiti limita le opportunità di socializzazione e attività ricreative, in particolare per le famiglie, gli anziani e le persone con disabilità. Inoltre, la città affronta sfide legate alla sostenibilità ambientale, come l’inquinamento atmosferico e la scarsità di biodiversità urbana.”

Nel frattempo, le modifiche intervenute nel 2024 al Codice della Strada sono tutt’altro che confortanti per quanto riguarda la sicurezza di pedoni e ciclisti. In un articolo pubblicato sulla pagina della Fondazione Scarponi, l’Avv. Tommaso Rossi esprime forti perplessità sulle nuove regole: “le misure approvate appaiono in contrasto con le migliori pratiche europee in tema di sicurezza, mobilità sostenibile e gestione del traffico e costituiscono un pericoloso passo indietro per la sicurezza stradale e un segnale allarmante sulla direzione che il Paese sta prendendo rispetto alla tutela dei cittadini più vulnerabili”.

Si denuncia in particolare che “il paradigma è fondato sulla repressione (“i drogati” e gli “ubriachi” al volante causano circa il 5% degli incidenti) anziché sulla prevenzione, che invece viene addirittura depotenziata per quanto riguarda le principali cause di incidentalità (alta velocità, distrazione alla guida, mancate precedenze).”

Ancora: riduzione delle tutele per i ciclisti, che rappresentano una delle categorie più vulnerabili sulle strade. Secondo Rossi, “una normativa più favorevole ai ciclisti sarebbe necessaria non solo per proteggere chi sceglie la bici come mezzo di trasporto, ma anche per promuovere una mobilità sostenibile, con benefici in termini di riduzione del traffico e dell’inquinamento.”

L’aspetto che, però, viene più criticato dal giurista è la presenza di limitazioni al potere delle amministrazioni locali, interpretate come un vero e proprio freno alla sicurezza stradale. Nel contributo si legge, infatti, che “le nuove normative limitano anche la possibilità per le amministrazioni locali di istituire zone con limite di 30 km/h. Questo è un aspetto particolarmente critico, poiché numerosi studi dimostrano che la riduzione della velocità è una delle strategie più efficaci per diminuire il numero e la gravità degli incidenti stradali. Le zone 30 sono ampiamente utilizzate nelle città europee proprio per rendere le strade più sicure, in particolare per i pedoni, i ciclisti e, più in generale, per tutti gli utenti vulnerabili. Con queste modifiche, le amministrazioni locali italiane vedono ridursi la possibilità di intervenire efficacemente per adattare i limiti di velocità alle specifiche esigenze del territorio.”

È evidente che la sicurezza stradale è un tema attualissimo, su cui si intersecano vari piani: quello del rapporto fra governo centrale e livello locale; fra forma urbana e diritti di cittadinanza; fra libertà individuali e dimensione collettiva. In una città come Napoli, questi fattori sono scenario di grandi contraddizioni. Nasce così una polarizzazione strumentale: pedoni e ciclisti contro motorizzati. Secondo chi scrive, però, non serve dare spazio alle tesi culturaliste: l’automobilista non è di costituzione incivile o devoto all’uso del mezzo privato per spostarsi, ma viene condizionato, ad esempio, dalle carenze strutturali del trasporto pubblico, che negli ultimi anni a Napoli hanno raggiunto livelli davvero preoccupanti e che comportano la necessità di possedere una vettura per tutti coloro che devono spostarsi dalla periferia al centro per motivi di lavoro, e viceversa.

Per favorire la tutela delle persone e per ridurre il drammatico inquinamento atmosferico si devono sicuramente chiamare alla responsabilità i guidatori, ma fondamentale è l’azione del governo cittadino, che deve gestire le risorse con un’agenda di priorità dettate dalle esigenze sociali. L’urgenza a Napoli è investire sul recupero dell’ambiente urbano, creando spazi in cui al centro vi siano le persone, con i loro corpi e le loro voci.

In tal senso, i movimenti civici dal basso sono un pungolo all’azione istituzionale, ma, come nel caso di Napoli, è urgente un cambio di visione: i soldi vanno usati per consentire l’affermazione del diritto all’abitare, in ogni sua sfumatura, e non per dare spazio a speculazioni edilizie e affari immobiliari.

Questo discorso andrebbe sviluppato, però, in altre sedi, una delle quali avrebbe potuto essere la definizione del nuovo Piano Regolatore, che al momento non sembra riscuotere consensi fra gli esperti: Alessandra Caputi e Anna Fava, co-autrici del testo “Privati di Napoli”, hanno dedicato a questo tema uno studio specifico; lo ha fatto anche Giovanni Squame, che dichiara: “il documento della Giunta è ampio e complesso, ci dice di un profondo cambiamento rispetto a quello vigente. Oggi l’urbanistica pianificata non gode di troppi affezionati. Anche la legge regionale è più vicina al modello Milano. Una sorta di urbanistica semplificata fai-da-te. E si rinuncia al disegno strategico con il rischio di implementare una città che cresce occupando spazi con interventi che diventano isole autonome autosufficienti. La città perde i connotati della comunità collettiva.”

Una vicenda, questa, che dovrebbe essere al centro della contrattazione pubblica tra Giunta e cittadinanza, ma che, ahinoi, cattura prevalentemente l’attenzione di addetti ai lavori e attivisti.

  1. https://www.napolitoday.it/cronaca/napoli-pedoni-morti-strade.html

  2. https://tg24.sky.it/cronaca/video/2025/11/16/incidenti-a-napoli-e-provincia-record-di-pedoni-morti-1052291

  3. https://www.fanpage.it/napoli/chi-era-stefano-giannino-il-61enne-napoletano-investito-da-un-taxi-mentre-andava-a-lavoro/

  4. https://fondazionemichelescarponi.com/nuovo-codice-delle-strada-contro-la-sicurezza-di-pedoni-e-ciclisti/

  5. https://poterealpopolo.org/napoli-degrado-spazi-verdi/

  6. https://it.monithon.eu/report/view/2054

  7. https://www.fanpage.it/napoli/cambia-il-piano-regolatore-di-napoli-nuove-regole-per-ledilizia-nelle-zone-rosse-campi-flegrei-e-vesuvio/

  8. https://criticaurbana.com/napoli-in-vendita-tra-turismo-e-privatizzazioni

  9. https://napolimonitor.it/nel-nuovo-piano-regolatore-per-napoli-la-crisi-climatica-non-esiste/

  10. https://www.genteeterritorio.it/napoli-aggiorna-il-piano-regolatore-si-punta-al-modello-milano/