Press Emblem Campaign (PEC), l’organismo globale per la sicurezza e i diritti dei media, esprime grave preoccupazione per l’aggressione di massa ai danni di alcuni giornalisti, impegnati nel loro lavoro, nell’Assam, nell’estremo oriente dell’India, mentre stavano coprendo una manifestazione di protesta nella località di Baksa il 15 ottobre.
Un gruppo di agitatori, che chiedeva giustizia per Zubeen Garg, icona culturale dell’Assam, subito dopo la sua misteriosa morte a Singapore il 19 settembre, ha preso di mira i giornalisti e i videogiornalisti mentre i cinque imputati nel clamoroso caso venivano trasferiti dal carcere di Guwahati a quello di Baksa. Gli agitatori chiedevano giustizia immediata e si opponevano con violenza al trasferimento, lanciando pietre contro il convoglio di veicoli della polizia, che ha reagito con azioni di ritorsione.
Numerosi agitatori e agenti di polizia, ma anche esponenti dei media hanno riportato ferite. I giornalisti colpiti sono: Dhruba Bora, Pradip Das e Paragmoni Das (ND24), Rana Deka, Banajit Kalita e Apura Sarma (NK TV), Brajen Taluder e Krishna Deka (News Live), Abhijit Talukder (DY365), Biricnhi Kr Deka (News 18 Assam/NE), Nokul Talukder (Pratidin Time), Jintumoni Das (Pratham Khabar), Sourav Dey (Prag News), Akhyendra Deka (Pratibimba Live) e Dilip Kr Boro (ETV Bharat). Inoltre, un veicolo di proprietà di un canale satellitare di notizie con sede a Guwahati (DY365) è stato incendiato da un gruppo di malviventi.
“Condanniamo le aggressioni fisiche ai danni dei giornalisti in servizio, che stavano semplicemente svolgendo il proprio lavoro. Le autorità dell’Assam devono prendersi cura di tutte le persone ferite e arrestare i colpevoli per punirli secondo la legge”, ha affermato Blaise Lempen, presidente del PEC (pressemblem.ch).
Ha sottolineato inoltre la necessità di corsi di orientamento per i reporter sul campo e i videogiornalisti, al fine di proteggerli in situazioni di rischio che potrebbero verificarsi in qualsiasi momento nella regione dell’Asia meridionale.
Traduzione dall’inglese di Stella Maris Dante. Revisione di Thomas Schmid.










