Un missile israeliano lanciato da un drone ha colpito una famiglia di 11 persone, che stava tornando nella propria casa ridotta a un rudere a Hay Zaitoun. Tutti uccisi, padre, madre, 7 figli minori, la nonna e una zia. È una violazione degli accordi passata sotto silenzio da diplomazie e media. Non c’è pace a Gaza e non c’è neanche un cessate il fuoco.
I carri armati israeliani hanno superato in diversi punti la linea gialla definita dal piano Trump per bombardare i centri abitati palestinesi, sia a Khan Younes che a Gaza città.
Il Centro per i diritti umani a Gaza ha registrato 23 violazioni della tregua da parte di Israele. I rapporti giornalistici affermano che ieri sono stati uccisi in totale 23 civili palestinesi e 122 feriti.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha denunciato che il 90% delle strutture ospedaliere a Gaza è stato distrutto o danneggiato: “E’ necessario collegare Gaza con i nostri uffici in Cisgiordania, Giordania e Egitto per garantire assistenza sanitaria alle migliaia di persone bisognose di cure e interventi urgenti. Bisogna aprire i valichi per l’evacuazione dei malati e l’ingresso di medicine e strumentazione sanitaria”.
Il valico di Rafah è ancora chiuso e Netanyahu rimanda da un giorno all’altro la riapertura, che era programmata all’entrata in vigore del cessate il fuoco. Il Cairo ha dichiarato che il lato egiziano del valico è pronto all’apertura con la presenza di funzionari dell’Anp, che “opereranno in abiti civili, per non urtare la sensibilità degli israeliani” (come scrive la stampa egiziana) e si attende l’arrivo di agenti dell’UE. Il criminale ricercato ha dichiarato che il valico forse sarà riaperto domani, domenica.










