Siamo in un periodo in cui stiamo arretrando paurosamente, sia sul piano globale (il genocidio a Gaza lo sta a dimostrare – forse subirà ora un arresto, dopo decine di migliaia di morti palestinesi, ma i crimini dei governanti israeliani rimarranno impuniti -), sia a livello locale, dove si ripresentano forme di razzismo che pensavamo ormai superate.
Rispetto a quanto ha sostenuto Antonella Bundu in un dibattito al recente Meeting Antirazzista di Cecina si è avuta, sui “social” e su alcuni giornali, una serie di commenti e di articoli veramente sconcertanti, che si potrebbero inquadrare nel clima e nell’ambiente del Sudafrica dell’apartheid.
Antonella aveva compiuto al Meeting un delitto “di lesa maestà”: aveva criticato il fatto che la “bianchezza” fosse ancora un elemento per stabilire un ordine gerarchico nella società.
Ciò è stato sufficiente per scatenare insulti insensati (dal “ritorna a mangiare banane nella tua capanna” a “nonostante che ti si permetta di stare fra noi, osi avanzare critiche su chi ti accoglie”).

Indubbiamente i fascisti al governo in Italia ed in altre realtà (in primo luogo negli Stati Uniti di Trump, nonché nell’Israele di Netanyahu) fanno sì che i razzisti si sentano, in qualche modo, “sdoganati” e più liberi di prima, quindi, di pronunciare i loro discorsi insensati.
Non è un caso che i soggetti europei che vogliono rimandare i/le migranti nei loro Paesi di origine si siano dati appuntamento in Toscana – a Livorno – anche per esprimere la loro contrarietà alla candidatura di Antonella a Presidente della Regione (non sia mai detto: una “nera” Presidente della terra che ha visto all’opera grandi geni, che ha prodotto in quantità cultura e arte, che è stata culla del Rinascimento).

Purtroppo non siamo ancora riusciti a far sì che chi nasce in Italia da genitori immigrati sia cittadino italiano (al referendum che avrebbe dovuto cambiare la legislazione in tal senso non si è raggiunto il numero legale sufficiente a renderlo valido) e il tema immigrazione continua ad essere pensato essenzialmente come un problema di ordine pubblico.
Il razzismo rispunta quindi fuori, nelle istituzioni e nella società, in molte occasioni e va contrastato sempre, sia quando si manifesta negli atti e nei pronunciamenti dello Stato, della Regione, degli Enti Locali, sia quando riguarda i comportamenti individuali.

L’azione antirazzista si intreccia profondamente con quella contro la violenza bellica (il genocidio a Gaza ha come presupposto che gli israeliani, quelli che la pensano come il Governo, non considerano i palestinesi persone come loro, ma esseri inferiori).
Per tutti questi motivi è necessario che noi tutti/e, realtà sociali, associative, politiche, esprimiamo piena solidarietà ad Antonella Bundu che viene attaccata in modo ignobile con modalità ed argomenti razzisti.

Liberatisi unitariamente dalle scorie razziste, il confronto può, e deve, svolgersi sui temi che hanno attinenza con le scelte politiche che riguardano il futuro della Toscana e della sua popolazione.
Da un lato abbiamo un mondo in cui la violenza, sia con le azioni che con le parole, ha piena cittadinanza, dall’altro quello che la violenza la ripudia e procede nel segno della solidarietà e della speranza, come sta facendo in questo momento la Flottiglia che sta andando verso Gaza.

Rete Antirazzista