Lo sciopero generale in molte città è stato preceduto da imponenti manifestazioni tenutesi la sera di giovedì ottobre. Particolarmente suggestivo è stato il corteo che a Roma ha visto sfilare ventimila persone dal Colosseo alla Piramide Cestia, sulla cui parete sono state proiettate immagini degli attivisti registrate sulle navi della Global Sumud Flotilla. Le premesse per la buona riuscita dello sciopero generale del 3 ottobre c’erano tutte e così infatti è stato e di nuovo oltre ogni previsione.

Il corteo che ha attraversato Roma per ore, dalle 11 alle 17, partendo dalla piazza antistante la stazione Termini, ribattezzata Piazza Gaza, dove è stato raggiunto in coda dalla CGIL, che si era precedentemente concentrata a piazza Vittorio, è stato, a detta di molti “storici” militanti della sinistra della capitale, uno dei più grandi cortei degli ultimi decenni e il più grande, se si escludono i cortei nazionali (formati da pullman, treni speciali e persino navi provenienti dalla Sardegna), e lo si raffronta con analoghi cortei che hanno riguardato soltanto Roma e provincia.

Se il dato numerico – 300.000 persone – era di per sé eccezionale, altrettanto si può dire della partecipazione delle ragazze e dei ragazzi delle scuole superiori e delle università e delle giovani coppie con bambini. Stesso vale per l’insolita lunghezza del corteo, per i chilometri percorsi e per il tempo che ha impegnato lo scorrimento di una fiumana, di cui io non sono riuscito a vedere né l’inizio né la fine, e che ha tenuto fede alla parola d’ordine di bloccare tutto. Corteo assolutamente pacifico, che ha tra l’altro avuto la “benedizione” di una suora, che dalla terrazza di un istituto religioso si è sbracciata per salutare la fiumana, in cui il rosso era il colore predominante. Ho pensato che quell’interminabile corteo fosse la realizzazione delle sue preghiere per la sorte del popolo palestinese in Terrasanta. Se incontenibile era la sua gioia nel salutare, l’intero corteo le ha tributato un lunghissimo applauso da guinness dei primati. Finalmente, dopo decenni di divisioni, lo sciopero proclamato dalla Cgil e da tutti i sindacati di base tracimava ben oltre i confini, o i recinti della sinistra politica e sindacale, raccogliendo una vastissima rappresentanza di un intero popolo che ha scelto di contrastare il genocidio, le guerre, chi le promuove e chi le alimenta e di schierarsi dalla parte dell’umanità.

Quando tutto sembrava ormai perduto, chi con la flotilla si è impegnato in prima persona per rompere il cancro dell’impotenza e dell’indifferenza, ha trascinato in piazza un’intera generazione che si muove con passione vera, concretezza e coerenza.  Quando il mondo sembrava destinato all’estrema tragedia di un conflitto globale e totale, già localmente iniziato e i cui effetti sono già ora ben visibili nel genocidio in atto nella striscia di Gaza, ridotta in macerie dal cinismo assassino di chi mette i profitti al di sopra di ogni cosa e in primis della vita umana, saranno le ragazze ed i ragazzi a scegliere un’altra strada per il futuro dell’umanità. Con loro tutte e tutti noi che siamo stati ragazze e ragazzi e che non abbiamo mai smesso di sognare un “altro mondo possibile e necessario”.