È grande lo sdegno per le parole oltraggiose riferite ai familiari di Paolo Borsellino che sono state pronunciate da un magistrato, al centro delle indagini sul depistaggio della strage di via D’Amelio, in una conversazione privata con un altro giudice, oggi parlamentare e componente della commissione antimafia, mentre entrambi avrebbero rievocato ricordi di quella stagione in previsione della prossima audizione presso l’organo di controllo parlamentare.

Dall’Alloro Fest di Palermo, la rassegna culturale giunta alla sesta edizione e che si svolge ogni anno a settembre nella cornice del Giardino dei Giusti in via Alloro, Pino Apprendi, ideatore e organizzatore insieme al figlio Giovanni dell’evento, non riesce a nascondere il suo sgomento di fronte a questa notizia diffusa da appena ventiquattr’ore: proprio ieri sera, 23 settembre, è stata messa in scena da parte della Compagnia del Teatro Civile l’opera teatrale I giorni di Giuda. Intervista marziana, per la regia di Angelo Butera, interpretata da Marco Feo, nei panni di Borsellino, Cesare Biondolillo e Germana Nicolosi, su testo scritto da Francesco Vitale e Manfredi Borsellino, figlio del magistrato.

Lo spettacolo teatrale nasce dall’idea di un’intervista immaginaria con Paolo Borsellino, con la quale il giornalista del Tg2 Francesco Vitale avrebbe voluto porre delle domande al magistrato dopo la strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie e la sua scorta; le risposte nascono dalla mano del figlio Manfredi, che le ha scritte immaginando ciò che suo padre avrebbe potuto rispondere al giornalista. Il titolo dell’opera richiama il tema del tradimento, evocato dallo stesso Borsellino, in riferimento agli ostacoli creati dall’interno delle istituzioni contro di lui e Falcone, nel suo drammatico intervento alla Biblioteca comunale pochi giorni prima che i criminali mafiosi azionassero il telecomando dell’auto-bomba.

Germana Nicolosi, che apre e chiude la rappresentazione, ci presenta l’intervista marziana fra il giornalista, interpretato da Cesare Biondolillo, e il magistrato, fino al tremendo epilogo. In essa vengono ripercorsi i momenti salienti dell’azione condotta da Borsellino insieme a Giovanni Falcone, ma al tempo stesso vengono messi in risalto anche gli aspetti umani: Marco Feo, con la sua toccante interpretazione, riesce molto bene a restituirci la figura dell’uomo Borsellino, con le sue movenze e il suo caratteristico eloquio, senza mai cedere alla tentazione dell’imitazione pura e semplice. 

È veramente difficile per i presenti trattenere l’emozione che, alla fine, coglie anche l’attore quando si rivolge alla figlia di Borsellino, Fiammetta, presente in prima fila fra il pubblico, la quale è intervenuta per ringraziare la compagnia e gli organizzatori per la toccante messa in scena, ricordando, fra l’altro, l’amore di suo padre per la sua terra e per la volontà del suo popolo di liberarsi dal giogo mafioso.

Alla fine, Cesare Biondolillo ha aggiunto un’ulteriore emozione leggendo la toccante lettera che Manfredi Borsellino ha scritto ai suoi figli, i quali gli chiedevano conto delle parole ingiuriose proferite dal collega del nonno Paolo nei confronti dei suoi familiari, incitandoli a continuare a camminare sempre a testa alta, perché forse vostro padre e le vostre zie per questi personaggi “avranno pochi neuroni”, ma siamo stati fortunati per avere avuto figli come voi e genitori – per dirla in gergo calcistico come sapete caro a papà- di “un’altra categoria”. 

I giorni di Giuda. Intervista marziana è già stata portata nelle scuole per far conoscere ai giovanissimi la figura del magistrato ucciso dalla mafia; inoltre, è stata rappresentata a marzo scorso al teatro Biondo di Palermo in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e a luglio, nell’anniversario della strage, in un evento organizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati al Palazzo di Giustizia del capoluogo siciliano.