Siamo arrivati quasi al terzo anno di attività nello spazio della missione BioSentinel, quali sono i risultati ottenuti fino ad ora?

Gli astronauti vivono in un ambiente piuttosto estremo, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), in orbita a circa 400 chilometri sopra la Terra.

Un ambiente, lo Spazio, considerato ostile, ma, a quella distanza dalla superficie terrestre, il luogo risulta essere relativamente protetto e ben servito.
Ogni due mesi circa, missioni “Cargo” consegnano agli astronauti nuovi rifornimenti ed esperimenti, mentre la vita in microgravità può continuare relativamente protetta, in termini di radiazioni spaziali, grazie al campo magnetico terrestre che scherma l’equipaggio della stazione spaziale da gran parte delle radiazioni.

E’ questa una grande risorsa, perché si è notato come queste ultime possano danneggiare il DNA delle nostre cellule e causare gravi problemi di salute.

Quando i futuri astronauti partiranno per lunghi viaggi nello spazio più profondo, si avventureranno in ambienti radioattivi più pericolosi e avranno bisogno di una protezione sostanziale. 

Con l’aiuto di un esperimento di biologia all’interno di un piccolo satellite chiamato BioSentinel, gli scienziati dell’Ames Research Center della NASA, nella Silicon Valley in California, stanno compiendo un primo passo verso la ricerca di possibili soluzioni.

Portare un esperimento di controllo del DNA per mesi (se non anni) nello Spazio, richiede un adeguato “organismo modello” in grado di resistere, il tempo necessario, vivo ed in buona salute.

Inoltre deve essere un organismo conosciuto e che sia facile da monitorare.

La scelta è caduta su alcuni lieviti con i quali è facile anche comparare il loro comportamento in microgravità con quanto accade viceversa sulla Terra.

Per BioSentinel, la NASA ha utilizzato il lievito che fa lievitare il pane e fermentare la birra. 

Ciò cha accade nelle cellule del lievito, quando una radiazione ad alta energia le colpisce, è simile a quello che succede nelle cellule umane: possibili danneggiamenti del DNA, in genere rotture del filamento intrecciato che trasportano le informazioni genetiche.

Spesso, i danni al DNA possono essere riparati dalle cellule con un processo molto simile tra lievito ed esseri umani, ma non sempre accade.

BioSentinel si propone di essere il primo esperimento biologico di lunga durata a svolgersi oltre l’orbita della Stazione Spaziale Internazionale (400Km), questo per evitare che la vicinanza alla Terra possa falsare l’esperimento grazie alla protezione fornita dal campo magnetico terrestre.

Per questo motivo il veicolo spaziale di BioSentinel è uno dei 10 CubeSat lanciati da bordo della capsula Artemis I, il primo volo dello Space Launch System del programma Artemis, progetto che dovrebbe riportare l’Uomo sulla Luna.

Il satellite, delle dimensioni di una scatola da scarpe, è stato portato a bordo della missione e poi rilasciato una volta che l capsula si è trovata oltre il campo magnetico protettivo del nostro pianeta.

Il team di BioSentinel ha poi eseguito una serie di esperimenti da remoto, attivando due ceppi del lievito Saccharomyces cerevisiae e seguendone la crescita in presenza di Raggi Cosmici. 

Campioni di lievito sono stati attivati in momenti diversi durante la missione, destinata a durare dai sei ai dodici mesi.

Dei due diversi ceppi di lievito, il primo è comunemente presente in natura, mentre l’altro è stato selezionato perché ha difficoltà a riparare il proprio DNA. 

Confrontando la risposta dei due ceppi alle radiazioni dello spazio profondo, i ricercatori potranno approfondire i rischi per la salute umana durante l’esplorazione a lungo termine e saranno in grado di sviluppare possibili strategie per ridurre i potenziali danni portati dall’esposizione.

Sebbene il lievito non si sia attivato come previsto per raccogliere osservazioni sull’impatto delle radiazioni sulle cellule di lievito viventi, il rilevatore di radiazioni di bordo di BioSentinel – che misura il tipo e la dose di radiazioni che colpiscono la sonda – continua però a raccogliere dati nello spazio profondo.

La NASA ha quindi esteso la missione di BioSentinel nel fino a novembre 2024, e in un secondo tempo di nuovo nel 2024 di altri 10 mesi, o fino a settembre 2025, per continuare a raccogliere preziosi dati sulle radiazioni dello spazio profondo nell’ambiente unico e ad alta radiazione oltre l’orbita bassa terrestre (LEO).