(Riceviamo e pubblichiamo dall’agenzia stampa Interris.it)

Parlare concretamente di pace non è mai un atto retorico, ma una scelta necessaria e imprescindibile da cui nessuno di noi può esimersi.

È un richiamo forte alla responsabilità individuale e collettiva, un impegno quotidiano che deve coinvolgere ogni cittadino, in particolare le nuove generazioni, chiamate a costruire un domani più giusto e solidale.

La pace, oggi più che mai, non è un lusso né un’utopia: è un’urgenza.

Il conflitto in Ucraina, ormai in corso da anni, continua a produrre distruzione, dolore e instabilità in Europa e oltre i suoi confini.

La crisi in Medio Oriente, in particolare nella Striscia di Gaza, ha raggiunto livelli di gravità insostenibili, con migliaia di vittime civili, tra cui donne, bambini, anziani e operatori umanitari.

Ogni giorno, immagini di città devastate, famiglie distrutte e diritti calpestati ci ricordano quanto la pace non sia mai scontata.

Queste guerre ci mostrano con crudezza che l’alternativa alla pace è sempre la sofferenza, la perdita e l’ingiustizia.

Ma la pace non nasce solo nei palazzi della diplomazia.

La pace si costruisce ogni giorno, a partire dalle nostre comunità, dalle relazioni interpersonali, dai gesti di cura, dal rispetto per l’altro, dalla capacità di ascoltare e di dialogare.

Si afferma nella scelta consapevole di non restare indifferenti, di non voltarsi dall’altra parte di fronte alle ingiustizie, di non cedere alla cultura dell’odio e della paura.

Non basta augurare la pace: serve viverla, sostenerla, renderla reale e concreta.

Le scuole, le famiglie, le istituzioni e il mondo dell’informazione devono farsi promotori di una cultura della pace fondata sulla nonviolenza, sull’inclusione, sulla giustizia sociale e sul rispetto dei diritti umani.

Le giovani generazioni, in particolare, vanno accompagnate nel coltivare la consapevolezza che ogni scelta, anche la più piccola, può contribuire a costruire o a distruggere ponti.

Siamo chiamati a fare della pace non solo un obiettivo, ma un percorso.

Un cammino che passa attraverso la memoria, la solidarietà, la cooperazione internazionale e la difesa della dignità di ogni essere umano.

La pace resta l’unica strada credibile per la ricostruzione, per la speranza e per un futuro realmente condiviso.