Il 30 maggio 2025, alle ore 18, la Pineta centrale di Guidonia ospiterà un flash mob silenzioso in memoria delle vittime civili della Striscia di Gaza. L’iniziativa, promossa dall’associazione “Libere di…”, invita tutta la cittadinanza a partecipare a un minuto di silenzio per denunciare il massacro in corso, in particolare ai danni di donne e bambini.

Da mesi, la Striscia di Gaza è teatro di una tragedia umanitaria senza precedenti, seguita all’offensiva israeliana dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. Secondo le Nazioni Unite e numerose organizzazioni per i diritti umani, oltre 35.000 palestinesi sono stati uccisi, tra cui più di 14.000 bambini e 9.000 donne. Quartieri cancellati, ospedali bombardati, scuole distrutte: la vita civile è sotto attacco.

L’appello dell’associazione è chiaro: «Da sempre, le donne e i bambini sono le prime vittime delle guerre. Noi, in quanto donne, vogliamo essere libere di dire basta». Il linguaggio è semplice, ma la denuncia è potente. L’iniziativa non si rivolge solo ai cittadini, ma anche a partiti, sindacati, istituzioni e associazioni del territorio: chiunque voglia opporsi al massacro è chiamato a esserci.

Nel frattempo, la comunità internazionale continua a mostrarsi divisa e spesso inerte. Esperti e giuristi internazionali parlano apertamente di crimini di guerra e violazioni sistematiche del diritto umanitario. La Corte Penale Internazionale ha avviato un’indagine, ma sul campo la devastazione prosegue, nell’indifferenza di gran parte dei governi occidentali.

In molte città del mondo – da Roma a Berlino, da Parigi a New York – si moltiplicano le mobilitazioni civili. Sit-in, cortei, appelli pubblici, azioni di protesta: cresce una rete di solidarietà e denuncia. Guidonia, con il suo silenzio, si inserisce in questo movimento globale, portando la voce di una comunità che non vuole restare in silenzio di fronte all’orrore.

Quello del 30 maggio sarà un momento di raccoglimento, ma anche un atto politico. Perché il silenzio delle istituzioni, troppo spesso, rischia di diventare complicità. E perché, come recita il comunicato delle promotrici, “nessuno può dirsi neutrale di fronte a una strage”.