Sollevato giudizio di legittimità costituzionale contro il DL 11 aprile 2025, n. 48 (cd “Decreto Sicurezza”): mancherebero i requisiti di necessità e urgenza. A darne notizia è stato il giornale online L’Indipendente. Quanto sopra eccepito in via incidentale dai difensori, nel corso di un processo presso il Tribunale meneghino, fa leva sul precedente stabilito dai giudici della Consulta – giusta sentenza n. 171/2007 – in ordine all’illegittimità costituzionale dichiarata avverso il DL n. 80/2004: “l’esistenza dei requisiti della straordinarietà del caso di necessità e d’urgenza può essere oggetto di scrutinio di costituzionalità, in quanto, secondo la nostra Costituzione, l’attribuzione della funzione legislativa al Governo ha carattere derogatorio rispetto all’essenziale attribuzione al Parlamento”. Ora sarà il Tribunale di Milano a dover decidere s’è il caso di sottoporre il “decreto sicurezza” al vaglio della Corte Costituzionale per il relativo giudizio[accì]
In occasione di un processo per direttissima, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini hanno chiesto di rinviare alla Consulta il DL Sicurezza. La richiesta è avvenuta davanti al tribunale di Milano, e la persona coinvolta nel processo era un ragazzo che non si è fermato a un posto di blocco per poi avere una discussione con le forze dell’ordine. Il reato contestatogli è quello di resistenza a pubblico ufficiale, aggravata proprio da una fattispecie inserita nel DL entrato in vigore lo scorso 12 aprile. Gli avvocati contestano che al decreto manchino le ragioni di “necessaria e straordinaria urgenza” che dovrebbero contraddistinguere i Decreti Legge. In passato, la Consulta aveva considerato costituzionalmente illegittimo un DL proprio perché mancava dei requisiti del “caso di necessità e d’urgenza”. Ora, la giudice del Tribunale di Milano dovrà esaminare la richiesta degli avvocati, e sarà chiamata a sciogliere la riserva il prossimo 26 maggio, per eventualmente passare la palla alla Corte Costituzionale.
Il caso che ha spinto gli avvocati Losco e Straini a rinviare il DL Sicurezza alla Consulta riguarda un ragazzo a cui è contestata la nuova aggravante al reato 337 del codice penale (resistenza a pubblico ufficiale). L’articolo 19 del DL Sicurezza, infatti, vi aggiunge un comma che stabilisce che “se la violenza o minaccia è posta in essere per opporsi a un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza mentre compie un atto di ufficio, la pena è aumentata fino alla metà”. La sola tentata applicazione della nuova aggravante durante il processo per direttissima ha così aperto alla possibilità di contestare l’intero decreto. Nella richiesta, Losco e Straini contestano le motivazioni che hanno portato il governo a fare ricorso alla misura del decreto legge scavalcando il parlamento. Le ragioni elencate nel preambolo, scrivono gli avvocati, «non fanno altro che riportare il contenuto dei titoli del decreto»: la prima ragione di necessità risulterebbe «semplicemente un copia e incolla del titolo del capo I del decreto», mentre la seconda sarebbe un richiamo al titolo del capo II.










