Riprendiamo da Facebook un post di Enrico Baroni
Milano, ieri la polizia ha caricato spaccando il corteo per la Palestina e contro la guerra. 7 fermati. Alcuni già rilasciati. Una buona parte dei manifestanti si è fermata per chiedere la liberazione di tutti i compagni.
La polizia in piazza Baiamonti ha aggredito il corteo spezzandolo a metà e fermando “a capocchia” 7 compagni, con la scusa di una non meglio precisata azione di vandalismo, avvenuta peraltro, sempre che sia avvenuta, lontano dal percorso del corteo. Questi sono i primi risultati del Decreto sulla repressione del governo Meloni. Siamo già agli arresti preventivi e/o senza uno straccio di prova a carico di chi viene fermato. Un po’ come se, essendoci stata una rapina a una banca o presumendo sia in preparazione una rapina, venissero arrestate a caso 7 persone tra quelle che stazionano nei pressi della banca.
Comunque il corteo non si è fatto intimidire, ha bloccato per ore piazza Baiamonti e preteso che una delegazione potesse andare in questura a verificare le condizioni dei fermati. A riprova del fatto che l’intervento poliziesco era solo una provocazione per creare incidenti da dare in pasto ai vari e tg e giornali borghesi e non parlare dei veri contenuti della manifestazione (in primis genocidio dei palestinesi in corso a Gaza), due dei sette fermati sono già stati rilasciati alle 19 per l’assoluta inconsistenza di qualsiasi prova a loro carico e per gli altri 5 è stata annunciato il rilascio in serata, dopo gli interrogatori di rito.
Solo dopo queste rassicurazioni la metà del corteo che si era fermata in piazza Baiamonti ha ripreso la sua marcia al grido di “Liberi tutti” e “Fuori la DIGOS e la polizia dal corteo” e l’ha terminata dopo le 20,30 all’arco della Pace, dove da tempo si erano conclusi i comizi finali ” imponendo” alla polizia, che lo voleva sciogliere, il rispetto del percorso concordato.
Resta il grave vulnus provocato dalla polizia che ha aggredito senza motivazione alcuna un corteo regolarmente autorizzato e peraltro già tenuto volutamente dalle istituzioni borghesi lontano dal centro città, senza alcuna motivazione plausibile, affinché fosse meno visibile.
Occorre continuare la mobilitazione e far decadere il decreto governativo sulla repressione ( assunto dal governo d’autorità in assoluto spregio della stessa discussione parlamentare in corso da 15 mesi e non ancora conclusa, dati i dubbi di costituzionalità dello stesso disegno di legge); altrimenti tra un po’ avremo a che fare con i famigerati fermi preventivi di mussoliniana memoria per impedire che si manifesti qualsiasi forma di dissenso nei confronti dell’attuale governo postfascista o dei suoi complici come il genocida Netanyahu o l’imperialista sovranista Trump.
Gli ex di Democrazia Proletaria
Video di Paolo Fior










