Nella clinica di Medici Senza Frontiere (MSF) ad Al Mawasi, a Gaza, sono arrivati 7 feriti e 2 persone morte, tra cui un bambino di due anni, a seguito di un attacco avvenuto ieri sera a soli 300 metri dalla clinica di MSF.
“ll team era sotto shock. Onestamente non riesco a descrivere la scena e le ferite che avevano. All’addome, alla testa e al petto. Un orrore assoluto” racconta il dott. Mohammed Shaath, medico di emergenza di MSF, che al momento dell’attacco era nella clinica con altri due infermieri.
Dal 18 marzo, le forze israeliane hanno intensificato le operazioni a Gaza, emesso ordini di evacuazione e ampliato la zona cuscinetto all’interno dei confini della Striscia, anche vicino alla clinica di MSF. Per motivi di sicurezza e per garantire la continuità delle cure, MSF è stata costretta a ridurre di un terzo il personale in servizio in alcune strutture, tra cui la clinica di Al Mawasi.
La mancanza di adeguate misure di sicurezza e di protezione dagli attacchi militari israeliani mette in pericolo gli operatori umanitari. La posizione delle strutture in cui MSF lavora è stata comunicata a tutte le parti. MSF chiede il rispetto e la protezione delle strutture sanitarie, dei pazienti e del personale.
Qui di seguito il racconto del dott. Mohammed Shaath, medico d’emergenza di MSF, che si trovava nella clinica di Al Mawasi durante l’attacco:
“Nel pomeriggio si sono intensificati gli attacchi, i rumori aumentavano sempre di più finché abbiamo sentito un attacco vicinissimo alla clinica di MSF. Abbiamo immediatamente evacuato i pazienti che erano nella struttura e poi sono iniziati ad arrivare i feriti dell’attacco. Abbiamo ricevuto 7 feriti, 2 di loro erano in condizioni critiche, e li abbiamo assistiti immediatamente. Altre 2 persone sono arrivate già morte, uno era un bambino di 2 anni e l’altro un giovane ragazzo di circa trent’anni. La clinica di MSF è il primo punto medico più vicino al luogo dell’attacco, si vedeva il fumo, si sentiva l’odore. ll team era sotto shock. Onestamente non riesco a descrivere la scena e le ferite che i pazienti avevano. All’addome, alla testa e al petto. Un orrore assoluto”.










