Nella notte di domenica 30 marzo se n’è andato Enzo Amato, compagno palermitano stimatissimo e di grande generosità. Con diversi componenti della nostra Redazione di Palermo – fra questi Toni Casano, Antonio Minaldi, Daniela Musumeci, Sergio Riggio e Renato Franzitta – ha condiviso un lungo percorso di militanza politica e sindacale. Per ricordarlo come Pressenza RedPa abbiamo raccolta le testimonianza di Pietro Milazzo e del nostro Renato Franzitta che di seguito pubblichiamo.

PIETRO MILAZZO

Un altro pezzo della mia vita che va via.

Con Enzo Amato ci conoscevamo dal 1966.

Io appena 15 enne avevo cominciato a fare politica come può farne un ragazzino liceale. Erano gli anni che precedevano lo scoppio del ’68 e del decennio successivo, ma li stavano preparando: c’era in corso la guerra del Vietnam ed il conflitto politico ed ideologico tra Cina Popolare ed Unione Sovietica divideva non solo il campo socialista, ma anche le organizzazioni comuniste in tutto il mondo.

Anche in Italia sorsero gruppi che si richiamavano alla linea cinese. Io ragazzino, che mi ero appena tesserato alla FGCI (federazione giovanile del PCI),  mi dimisi su posizioni filo cinesi e aderii assieme ad altri ragazzi di qualche anno più anziani di me ad un  gruppo politico maoista della fine degli anni 60 (1966-70): la Federazione dei gruppi m-l d’Italia, giornale mensile RIVOLUZIONE PROLETARIA. Fra questi giovani c’era ENZO AMATO. Polemico, arguto, combattivo. nonostante il suo handicap fisico, zoppicava vistosamente, non si tirava mai indietro, quando c’erano scontri, allora frequentissimi, con le squadracce dei picchiatori fascisti. Con la sua compagna Fulvia Larcan faceva lunghissimi viaggi con la sua mitica lambretta bianca, a volte sino a Milano ed oltre.

Lo ricordo con affetto

Ciao Enzo

RENATO FRANZITTA

Ho conosciuto Enzo nei primissimi anni ‘70, io studente liceale, lui già insegnante di scuola primaria. Io giovane anarchico, lui orgogliosamente maoista di “Rivoluzione Proletaria”. Sempre allegro, sarcastico, simpatico, elegante e distinto nel vestire, con la barba e capigliatura rossa, con il suo andare claudicante per una poliomielite infantile che lo aveva colpito ad una gamba.  Andavamo per le vie di Palermo con la sua 500 bianca come ronda antifascista e spesso per dare soccorso ai tanti compagni che venivano brutalmente aggrediti dalla banda nera di Concutelli e Mangiameli. Nonostante il difetto fisico non si tirava mai indietro quando c’era di difendere i giovani compagni e le compagne dalle frequenti aggressioni squadriste. Una mattina di tanti anni fa per difendere me, selvaggiamente aggredito a piazza Politeama da una banda nera, nel cercare di strapparmi  dalle grinfie dei fascisti ricevette anche lui una sostanziosa dose di legnate. Lo ricordo con tanto affetto nelle discussioni teoriche che affrontavamo spesso ma che non erano causa di divisione. La nostra convinta militanza antifascista ci univa al di là delle differenze ideologiche.

Ci siamo ri-incontrarti alla fine degli anni ’80, quando qui a Palermo iniziammo la nuova avventura dei Comitati di Base: i COBAS della scuola. Divenne quasi subito alfiere della nutrita componente dei maestri e delle maestre della scuola primaria che portavano decisamente avanti la rivendicazione del ruolo unico docente – dalle scuole primarie alla scuola secondaria di secondo grado. Fu attivo nella vita dei Cobas a livello nazionale, partecipando a numerosissime assemblee a Roma, assumendo anche un ruolo istituzionale venendo eletto come rappresentante dei COBAS al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione. Sempre in prima fila in tante battaglie per la difesa della scuola pubblica, per il Ruolo Unico, per l’edilizia scolastica e contro la legge di parità. Era orgoglioso del suo lavoro di maestro con i suoi piccoli alunni dei quartieri periferici della città.

Enzo, uomo di cultura, lo ricordo per la sua umanità e per la sua ironia, per il suo entusiasmo, per  la fiducia nel cambiamento sociale, fiducia alimentata per una vita intera. Era un amante della natura. Il suo hobby preferito era andar per mare e su questo ci si intende  a meraviglia.

Abbiamo perso una bella e importante persona.

Ciao Enzo