Venerdì 12 dicembre la Cgil sciopera contro la manovra: settori pubblici e privati si asterranno dal lavoro per l’intera giornata ed i lavoratori scenderanno in piazza in molte città.
A Palermo è previsto un corteo con partenza da Porta Felice che percorrerà tutto l’antico Cassaro del centro storico per giungere a piazza Indipendenza dove, di fronte palazzo d’Orleans, si terranno i comizi dei leader sindacali Mannino e Sorrentino della Cgil, di rappresentanti di associazioni giovanili e di Luisa Impastato in rappresentanza delle associazioni antimafia.
Ancora una volta, così come segnalano dal sindacato confederale, è stato denunciato il tentativo sistematico – messo in atto da parte del governo – al fine di scoraggiare la partecipazione agli scioperi e alle manifestazioni, quando addirittura non si passa anche alla criminalizzazione di ogni forma di dissenso nei confronti delle politiche governative nazionali e internazionali.
In effetti gli strumenti di interdizione usati sono tanti: anche la Commissione nazionale di garanzia ci ha messo del suo lo scorso ottobre, senza ottenere il risultato sperato, e lo stesso ha provato a fare Salvini nel settore dei trasporti con le precettazioni.
Inoltre, sono tanti i “padroni zelanti”, sia pubblici che privati, che esercitano pressioni sui lavoratori affinché comunichino in anticipo la loro adesione, contravvenendo con ciò al libero esercizio di un diritto tutelato dalla Costituzione, alieno da ogni vincolo.
Il sindacato ha voluto lanciare un messaggio chiaro ai lavoratori per dire con forza che nessuna comunicazione è dovuta, soprattutto preventiva, né tantomeno chi sciopera è tenuto a giustificarsi: nel settore pubblico, il diritto allo sciopero è garantito esattamente come nel privato, con la sola differenza che vanno garantiti i servizi pubblici essenziali, secondo quanto prescritto dalla legge 146/90.
Tuttavia, molte amministrazioni cercano di carpire in anticipo le intenzioni dei propri dipendenti: è il caso, fra gli altri, della scuola dove i dirigenti scolastici sono tenuti, secondo disposizioni ministeriali, a chiedere collaborazione agli insegnanti, tuttavia questi ultimi non sono tenuti a fornirla.
E che dire dell’amministrazione regionale siciliana dove, addirittura, i dipendenti che scioperano sono ogni qual volta costretti ad inserire un giustificativo nel sistema automatizzato di rilevazione delle presenze, il quale deve essere validato dal dirigente responsabile esattamente come per tutte le altre assenze?
In questo caso, ci troviamo di fronte ad una grave ed inequivocabile violazione del dettato costituzionale che, però, sentite sentite, viene imputata ad un software informatico: già, sembra proprio si tratti di un problema “tecnico” che per qualche oscuro motivo non si può risolvere e che costringe i dipendenti che scioperano a sottoporsi ad un procedimento autorizzativo, fuori da ogni principio di diritto costituzionale.
Sarebbe utile, anzi necessario, sottoporre la questione ad un giudice a tutela di un diritto inalienabile dei lavoratori: intanto la Fp-Cgil di Palermo, appena venuta a conoscenza della vicenda, ha diffidato l’amministrazione regionale dal proseguire tale condotta antisindacale.
Sarà sufficiente una diffida a ristabilire il diritto alla Regione ed a riabilitare il software usato come capro espiatorio?










