Mentre tutto intorno tace, i Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti non cessano di esercitare la loro responsabilità: informare, denunciare, mobilitare per ostacolare e bloccare la folle corsa attraverso la quale il governo e il ministro Calderoli – bruciando le tappe e sconfessando la sentenza 192/24 della Corte Costituzionale – stanno portando a compimento il progetto eversivo dell’autonomia differenziata.

Da Catania a Torino e Trieste in contemporanea, sotto le sedi dei Palazzi di dieci Regioni, si sono tenuti presidi che si sono conclusi con la consegna di un documento che individua in maniera circostanziata le deviazioni e le vere e proprie inottemperanze che il governo sta compiendo rispetto alla sentenza 192/24 della Consulta. In particolare:

  • Le pre-intese, nel loro insieme, su materie non LEP[1], tra il governo delle destre e il Veneto, la Lombardia, la Liguria e il Piemonte, perché la Corte Costituzionale ha chiesto che si procedesse con la devoluzione di funzioni specificamente motivate territorio per territorio, mentre le pre-intese sono fatte con il ‘copia-incolla’;
  • La legge delega sui LEP, AS 1623, perché è per lo più una legge di ricognizione, e dunque fotografa la situazione attuale, legittimando così le estese e profonde disuguaglianze nell’erogazione dei servizi tra Regioni, che i LEP dovrebbero invece superare;
  • L’inserimento in legge di Bilancio di 6 articoli (123-128), che determinano i LEP su materie particolarmente importanti, dunque sovrapponendosi alla stessa legge delega.

Infine, nei documenti presentati dai Comitati, si chiede che le Regioni si impegnino a ricorrere alla Corte Costituzionale rispetto alla determinazione dei LEP, che non saneranno ma sanciranno le differenze territoriali.

In 4 capoluoghi di Regione, poi – a Roma, Milano, Torino, Napoli – sono state consegnate le firme raccolte nelle piazze e sui banchetti per chiedere ai presidenti delle Regioni di non procedere o di non intraprendere alcun passo verso l’autonomia regionale. A Roma i consiglieri di opposizione si sono impegnati per fare una seduta straordinaria sul tema.

Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti ringraziano tutti i soggetti del Tavolo NOAD che hanno contribuito alla riuscita delle iniziative e ricordano a tutte e tutti che il tempo di agire è ora per bloccare questo progetto scellerato, i cui effetti saranno devastanti per il Paese. L’azione di Comitati e Tavolo è quanto mai urgente: entro il 31 dicembre, verranno infatti ratificati definitivamente gli accordi di Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte per l’applicazione dell’Autonomia differenziata relativamente a Protezione Civile, Professioni (albi professionali, esami, compensi), Previdenza complementare e integrativa, Coordinamento della finanza pubblica in materia sanitaria. E inoltre, la scorciatoia del collegamento alla legge di Bilancio del ddl Calderoli renderà il percorso di quel provvedimento più agevole e semplificato; al termine di esso potranno essere firmate le intese con le Regioni interessate ad acquisire potestà legislativa esclusiva sulle materie desiderate.

Per fermare la folle corsa del ministro Calderoli verso la disgregazione della Repubblica, ci appelliamo alla vigilanza che la Corte ha affermato che avrebbe esercitato; alle forze politiche di opposizione e contiamo sulla mobilitazione di sindacati, associazioni, movimenti, cittadine e cittadini che abbiano a cuore l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti.   

Comitati contro ogni AD, associazioni, movimenti, forze sindacali e politiche riunite nel Tavolo NO AD

Esecutivo nazionale NO AD dei Comitati contro qualunque autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti.

Web:  perilritirodiqualunqueautonomiadifferenziata.home.blog

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Fb:     ControOgniAutonomiaDifferenziata

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[1] LEP sta per Livelli Essenziali delle Prestazioni, un concetto chiave in Italia che definisce gli standard minimi di servizi e prestazioni (come salute, istruzione, assistenza sociale, lavoro) che devono essere garantiti in modo uniforme e uguale su tutto il territorio nazionale, per assicurare i diritti civili e sociali fondamentali a tutti i cittadini, riducendo i divari tra regioni e attuando i principi costituzionali di uguaglianza. La loro definizione è cruciale nel processo di autonomia differenziata, per stabilire cosa lo Stato deve garantire e come finanziare le regioni per raggiungere questi standard.