Le decisioni del Consiglio UE sul Patto Migrazione e Asilo danno il via all’istituzione di uno stato di polizia europeo.
L’8 dicembre 2025, il Consiglio UE ha approvato importanti novità, in particolare il via libera al nuovo regolamento su rimpatri accelerati, Paesi terzi sicuri e “return hub” fuori dall’UE, con l’obiettivo di implementare il “modello Albania” per l’esame delle domande d’asilo.
Assistiamo con sgomento agli atti che definiscono il regime operativo del cosiddetto Patto europeo su Migrazione e Asilo. Ci troviamo di fronte a un’Unione Europea che rischia di perdere sé stessa, che rinuncia alla supremazia del diritto su cui è stata fondata e che per decenni l’ha definita.
Le nuove norme, con procedure accelerate e trattenimenti sistematici, introducono logiche selettive che evocano le leggi razziali, mentre si rafforza uno stato di polizia che non si affida più soltanto a divise e manganelli ma anche alle più innovative e invadenti tecnologie. Un continente che si è costruito sulla tutela della persona sta accettando che il monitoraggio di massa diventi normalità: ciò che oggi colpisce i migranti, domani può riguardare tutti noi.
A ciò si aggiunge la deportazione di massa verso presunti Paesi terzi sicuri, come la Tunisia, dove le persone rischiano violenze, respingimenti e assenza di garanzie minime, dove uomini, donne e bambini vengono lasciati morire di fame nel deserto. E si tenta di diffondere il modello Albania, il primo tassello di un sistema di hub collocati fuori dai confini europei in cui deportare e restringere gli indesiderati.
In uno scenario come questo verrà naturale l’amplificazione della criminalizzazione delle organizzazioni della società civile, un crescendo mai cessato negli ultimi anni. Risponderemo come sappiamo fare: continuando a svolgere il nostro lavoro, salvare vite, documentare violazioni, difendere la dignità di chi fugge. Continueremo a credere che un’Europa fedele ai suoi valori sia ancora possibile. E continueremo a lottare perché, anche davanti alla costruzione di un distopico stato di polizia, il diritto prevalga sempre su scelte politiche autoritarie e disumane.










