Circa 10.000 persone hanno invaso una Torino blindata per portare solidarietà al centro sociale Askatasuna, agli uomini e alle donne che in questo centro hanno lavorato e lottato negli ultimi 30 anni.

Non era solo una manifestazione locale, ma sono intervenuti persone da varie regioni d’Italia, storici NoTav come Nicoletta Dosio ed Emilio, arrestato in Francia e diventato un simbolo del movimento. Tra i partecipanti l’ex ministro del Welfare Paolo Ferrero e il notissimo sociologo Marco Revelli.

Il corteo ha iniziato a sfilare alle 15 da Palazzo Nuovo per arrivare dopo un breve percorso in corso Regina Margherita dove, nei pressi del civico 47, un enorme schieramento di forze dell’ordine ha accolto con violenza un corteo fino ad allora pacifico; in quel momento il camioncino alla testa riproduceva il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano, musica di cui la destra si è impossessata e ne fa un vanto egemonico come se fosse stata scritta per le convention di Fratelli d’Italia.

La polizia ha iniziato a caricare con gli idranti che hanno inondato d’acqua le prime file del corteo e centinaia di lacrimogeni. Il messaggio è chiaro: in uno stato di polizia i cortei vengono sciolti con la violenza e non si può neanche osare avvicinarsi a quello che prima era un centro sociale, uno spazio culturale e creativo che oggi non si può neanche guardare da vicino perché le forze dell’ordine impediscono a chiunque di avvicinarsi.

Al di là delle pelose frasi di Piantedosi e Tajani in solidarietà ai poveri agenti aggrediti dai violenti, gli agenti erano presenti in massa con furgoni, lacrimogeni, caschi, manganelli e camion che sparano gettiti di acqua ad alta pressione, mentre i manifestanti non avevano niente, neanche qualche bastone. Speriamo che chi ha assistito alle scene di repressione che sono andate in onda in tempo reale qui a Torino possa capire che con Berlusconi ai tempi di Genova 2001 e con la Meloni oggi i diritti sociali ed i diritti umani sono in gravissima difficoltà.

Parlando con un esponente del gruppo di mediazione tra Askatasuna e Comune sembra che ci sia ancora qualche speranza di riaprire un dialogo e cercare una soluzione più in linea con la democrazia e la storia di questa città operaia e antifascista, provando a non cadere nei tranelli e negli agguati della destra che ci vuole deboli e divisi.

Il governo fa il suo sporco lavoro: ci prova in tutti i modi sia ad intimidire le amministrazioni locali che non obbediscono ai diktat meloniani, sia a intimidire e reprimere i cortei di protesta e chiunque dissenta.