Torniamo a respirare. Questo il risultato della vittoria di Mamdani a New York. Allora cerchiamo di capire “il senso” di questa vittoria.

  1. L’ha ottenuta parlando solo delle “condizioni di vita” degli elettori. Non delle condizioni di lavoro, perché ha dato per scontato che la parola “lavoro” ha perso di senso valoriale, a causa dei salari da fame, della precarietà, della gig economy, del prezzo degli affitti, dei costi della sanità e dell’educazione dei figli. È inutile quindi rispolverare miti e valori “laburisti”

  2. Ha dato per scontato che la “middle class” non esiste più e quindi non ha più senso rispolverare mantra “progressisti”, come quello contenuto nella parola “libertà”. Per un americano significa la Statua della Libertà e smascherare la grande mistificazione delle democrazie. Un supermiliardario è libero anche sotto la peggiore dittatura, un fattorino di Amazon è schiavo anche nel più illuminato regime parlamentare e nella più radicale libertà di stampa.

  3. Ha messo in secondo piano tematiche come ambiente, animalismo, LGBTQ+, sostenibilità, perché troppo frequentate e manipolate dal capitale (“siamo sostenibili perché siamo capitalisti” ripeteva il fondatore di Blackrock), mettendo ulteriormente ai margini il “progressismo”, puntando invece a ridare forza al termine “socialismo”.

  4. Tutti diranno che la sua forza è aver puntato sulla molteplicità etnica e religiosa (i neri, i musulmani, gli ispanici, i cristiani caritatevoli….). No, il multiculturalismo borghese e capitalista non è affar suo. Lui non parla né ai neri né ai musulmani, parla ai neri e ai musulmani che non sanno come fare a campare o vivono in condizioni di vita molto difficili, parla ai bianchi come loro, parla all’informatico bianco che ha gravi problemi psichici dovuti alla richiesta di prestazioni elevate e si fa di cocaina, mentre suo figlio si fa di fentanyl.

Ora avrà i suoi problemi, certo, li avrà soprattutto con il campo “progressista”, al quale ha tolto la maschera, quindi avrà problemi con il Partito Democratico. E questo Trump, che non è uno stupido, lo ha capito al volo. Ma almeno Zohran lo ha costretto a giocare in difesa, posizione assi scomoda per il tycoon, perché la sua immagine dipende molto dal suo essere animale aggressivo.

In Italia, la stampa e la politica come la prenderanno la vittoria di Zohran? Mi sa che possiamo finalmente sederci e ridere delle cazzate che sapranno rigurgitare.

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