La rassegna di opere artistiche sia analogiche che digitali e di performance delinea un percorso euristico esplorativo delle senzazioni percepite nelle dimensioni materiali e immateriali, ovvero fisiche e concettuali, concrete e astratte, reali e artificiali nell’avvenersitico ‘mondo virtuale’, cioè iper-tecnologizzato, del futuro.

Inclusa nel programma della IX edizione del Festival delle Trasformazioni, il cui tema è “Una società equa e sostenibile: trasformazioni in corso”, è allestita nelle sale della Seconda Scuderia edificata nel 1473 a un lato del Castello di Vigevano, un complesso monumentale al cui ingresso principale preceduto dalla scenografica scalinata in pietra affacciata sulla meravigliosa piazza Ducale vigevanese, un gioiello di architettura urbana rinascimentale, svetta la Torre del Bramante.

Il contrasto con l’ambientazione mette in risalto il nesso tra gli aspetti estici ed estetici della mostra collettiva ideata e realizzata da due associazioni lombarde, la vigevanese Evuz Art e la milanese NOIBRERA, che recentemente insieme al Presidio per la Pace di Sesto San Giovanni ha presentato la mostra Le linee continue della pace.

Della rassegna che, su invito di Rete Cultura Vigevano, le due associazioni – entrambe dedite a “sostenere la creatività come esperienza accessibile, comunitaria e profondamente connessa con il presente” – spiegano:

Con questo progetto si vuole offrire uno spazio di riflessione condivisa sul rapporto tra sostenibilità e digitalizzazione, affrontando il tema non soltanto dal punto di vista ambientale o tecnico, ma piuttosto come questione culturale, sociale e profondamente umana.

La mostra nasce dalla necessità di non guardare più il digitale solo come innovazione, ma come ambiente in cui siamo immersi ogni giorno – un ambiente che modifica profondamente il modo in cui viviamo, pensiamo, ricordiamo e percepiamo. In questo senso, parlare di sostenibilità digitale significa affrontare non solo un problema tecnico o ambientale, ma anche una questione culturale, etica e umana.Viviamo in un’epoca in cui il digitale appare immateriale, rapido, trasparente. Scorriamo immagini, archiviamo dati, ci connettiamo senza sosta. Eppure ogni gesto digitale consuma energia, produce scarti invisibili, lascia tracce fisiche. Le infrastrutture che lo rendono possibile – cavi, server, miniere di terre rare – restano nascoste, così come restano spesso invisibili le trasformazioni profonde che queste tecnologie operano nei nostri comportamenti, nelle relazioni, nell’identità.In questo contesto, gli artisti coinvolti non usano necessariamente strumenti digitali, ma si confrontano con le sue conseguenze simboliche e percettive. Attraverso pittura, disegno, scultura, fotografia, tecnica mista, linguaggi digitali o performance ci invitano a riflettere su ciò che si sta smaterializzando: il corpo, la memoria, la profondità dell’esperienza.

SOSTENERE IL FUTURO – SOSTENIBILITÀ DIGITALE: UNA SFIDA TRA OMBRE E POSSIBILITÀ

La rassegna presenta in esposizione opere di : Alessandro Abruscato, Massimo Bandi, Maurizio Bondesan, Emma Bozzella, Giò Cacciatore, Giuliana Consilvio, Renzo Dell’Ungaro, Aleksandra Erdeljan, Marina Falco, Annamaria Gagliardi, Renato Galbusera, Silvana Giannelli, Antonio Giarrusso, Giuse Iannello, Lorenzo Lucatelli, Giò Marchesi, Giuseppe Matrascia, Veronica Menchise, Nik Palermo, Nadia Pelà, Günter Pusch, Marco Raimondo, Pierangelo Russo, Alex Sala, Fabio Sironi, Rossella Taffa e Laura Trazzi.

All’inaugurazione sono state proposte le performance : “Non sono ancora diventato migliore” di Alex Sala e “Teatro Fracking” con Fabio Sironi e Gianni Mimmo.

Presto verrà comunicato il programma del finissage.

INFORMAZIONI :
RETE CULTURA VIGEVANO – c/o APC corso Cavour, 82 – Vigevano, PV 27029
NOIBRERAinfo@noibrera.it

 

in esposizione nella Seconda Scuderia del Castello / Vigevano, PV – piazza Ducale

nelle giornate di sabato e domenica, dalle 11 alle 18, fino al 16 novembre 2025

CODICE 404Un’opera che mette in dialogo primordiale e digitale, fallimento e ricerca, presenza e assenza. Le figure stilizzate richiamano i graffiti rupestri: tracce essenziali dell’umano. Al centro domina un grande QR code, simbolo della nostra connessione continua a un altrove tecnologico. Ma cosa accade quando il collegamento si interrompe? Il titolo CODICE 404 cita l’errore di rete che indica una risorsa non trovata: come quando l’informazione scompare, come quando l’identità si frantuma nell’iper-connessione. Il video collegato – 59 secondi tra bianco e nero, rosso e suono pulsante – estende l’opera oltre la tela, in uno spazio digitale ulteriormente effimero. È un cerchio che non si chiude: cercare, fallire, riprovare. Restare umani. Un invito a riflettere sui limiti del progresso e su ciò che rimane di profondamente umano nel caos tecnologico. L’autore, Renzo Dell’Ungaro è art director e grafico con una lunga esperienza nella progettazione editoriale. Ha ideato e realizzato riviste di grande diffusione e prestigio, curando identità visive, impaginazione e comunicazione integrata. Parallelamente porta avanti una ricerca artistica che esplora il rapporto tra essere umano e linguaggi digitali, mettendo in dialogo segni primordiali e codici contemporanei. Oggi il suo lavoro unisce professionalità tecnica e visione creativa, dando forma a progetti che interrogano passato e futuro dell’immagine.