Sabato 15 novembre pomeriggio a Casale Monferrato l’autore di De russophobia, la cui presentazione è stata censurata a Torino, interverrà da remoto all’iniziativa a cui partecipano il corrispondente di guerra e l’analista militare collaboratori di International Reporters.

I promotori sono, insieme al Collettivo Antimperialismo per il Multipolarismo di Casale Monferrato, l’associazione CLN-Resistenza di Torino e il gruppo Contro Narrazione di Genova.

«In un panorama informativo spesso unidirezionale, l’incontro vuole offrire al pubblico strumenti e contesti per comprendere il punto di vista russo sui principali conflitti in corso – spiega Andrea Lucidi, anche caporedattore di International Reporters Italia – L’obiettivo non è prendere posizione, ma ridurre la polarizzazione e permettere ai cittadini di ascoltare anche ciò che si trova al di là della nuova cortina di ferro. Il dialogo resta l’unico mezzo concreto per mantenere aperta una prospettiva di pace».

Come quello analogo a Torino, anche l’incontro a Casale Monferrato ha subito un improvviso cambiamento di programma: gli organizzatori riferiscono che ieri sera il gestore del salone messo a loro disposizione è stato contattato dalle autorità locali, che lo hanno ‘sconsigliato’ di concederne l’utilizzo per tale iniziativa…

… chiarito ogni dubbio e sospetto, per l’incontro nella data e all’orario come pianicato e già annunciato – sabato 15 novembre alle h 17 – è stato cercato e trovato un altro spazio idoneo che, confermata l’autorizzazione, può venire fruito per il suo svolgimento (Auditorium Santa Chiara, via Facino Cane 31 – Casale Monferrato / AL).

La ‘pietra dello scandalo’ è De russophobia (Sulla russofobia in latino) scritto da Vincenzo Lorusso, giornalista del gruppo di corrispondenti dalla Russia – International Reporters – e fondatore del canale Telegram Donbass-Italia, e con la prefazione di Alberto Fazolo, la postfazione di Andrea Lucidi e l’introduzione di Marija Zakharova, cioè del Direttore del dipartimento informazione e stampa del Ministero degli esteri della Russia, pubbblicato quest’anno da 4 Punte Edizioni nella collana Le Rocce:

Nient’affatto un libro di “propaganda filorussa”, è una campana “stonata” tra le tante ascoltate nei TG e lette sui giornali: il conflitto tra Russia e Ucraina situato in un contesto che non ci viene mai raccontato.

Una breve cronistoria dei tanti casi di russofobia subiti da artisti, personaggi pubblici, semplici cittadini o addirittura gatti. Un viaggio nel mondo della censura e della manipolazione delle informazioni con l’obiettivo di contrastare conferenze, dibattiti, proiezioni e petizioni non conformi alla narrativa dominante. Il libro culmina con la petizione – firmata da migliaia di cittadini italiani e consegnata alle Istituzioni russe – nella quale viene ribadita l’amicizia storica tra i due popoli.

Per tutta la settimana non ancora conclusa l’attenzione si è focalizzata sulla cancellazione dai programmi del Polo 900 di Torino della conferenza intitolata Russofobia, russofilia, verità.

Tale vicenda aveva coinvolto l’autore di De russophobia insieme allo storico Angelo D’Orsi, che sulla questione è intervenuto anche su PRESSENZA con una propria dichiarazione e ieri, in risposta alle domande dell’intervista di Cesare Manachino, osservando:

[in passato] i russi sono stati presentati non solo come [europei] orientali, ma come barbari, diversi da noi, sono un altro da noi che noi non interessa conoscere, con il quale non ci interessa dialogare … [ma] non possiamo concepire un’identità europea che escluda Tolstoj, Dostoevskij, Cechov, o tutto ciò che la Russia ha prodotto nei secoli perché è parte intrinseca della nostra identità europea.

La russofobia ha prevalso negli anni della guerra fredda e, dopo la fine dell’URSS, da quando Putin è salito al potere … [adesso] i media hanno cominciato di nuovo a spargere una russofobia veramente estrema, anche grottesca, ridicola, di cui noi siamo ancora vittime.

Contemporaneamente, nei giorni scorsi PRESSENZA riferiva della presentazione di Media di guerra e media di pace sulla guerra in Ucraina. Promemoria e istruzioni per il futuro il cui autore, Andrea Cozzo, ex-professore di lingua e letteratura greca all’Università degli Studi di Palermo, ha analizzato filologicamente il linguaggio con cui i media italiani – giornali, telegiornali e talk show con opinionisti e intellettuali – descrive e narra il conflitto militare.

La sua ricerca dimostra che la guerra russo-ucraina è deflagrata e perdura incessantemente, sul campo di battaglia mietendo vittime sia tra gli eserciti che tra i civili, anche per effetto della campagna ideologico-propagandistica che l’ha ‘infiammata’ e continua a fomentarla.