Nonostante e le intimidazioni, anche Pistoia ha risposto in modo molto positivo allo sciopero generale, indetto per protestare contro l’assalto in acque internazionali alle barche della Sumud Flotilla.

Si è svolta così una grande manifestazione, come non se ne vedevano da anni; alcuni degli organizzatori hanno addirittura ipotizzato in 10 mila i partecipanti. Tanti i ragazzi delle scuole, tanti gli insegnanti e i pensionati, insieme a tante altre categorie di lavoratori, dai metalmeccanici, ai lavoratori dei trasporti, del commercio, dell’edilizia, ai vigili del fuoco: una manifestazione quindi multicolore, che ha unito persone di tutte le età, favorita anche dal piacevole sole autunnale.

Piazza Gavinana (il Globo per i pistoiesi), ove il concentramento era fissato per le 9.30, si è subito riempita di bandiere palestinesi, mescolate a quelle delle categorie sindacali e a qualcuna di Rifondazione. Dopo circa un’ora il corteo è partito, con in testa un mega striscione coi nomi dei bambini uccisi a Gaza, sorretto dai ragazzi e dagli insegnanti delle scuole pistoiesi. Dopo aver sfilato per le principali strade del centro cittadino, il corteo è approdato in piazza del Duomo, dove si è tenuto un comizio, proprio davanti al portico del Comune amministrato da una giunta di centrodestra, il cui sindaco di Fratelli d’Italia è candidato presidente alle prossime elezioni regionali. Ha aperto gli interventi Daniele Gioffredi, Segretario Generale della Camera del Lavoro di Pistoia e Prato, il quale ha innanzitutto ricordato che la Flotilla si è sostituita con la propria azione ai governi e alle istituzioni, che sono invece rimaste silenti dinanzi al genocidio in corso a Gaza.

Ha poi richiamato i valori della nostra costituzione, specialmente con riferimento all’articolo 11 ove si dice che “l’Italia ripudia la guerra” ed ha quindi fortemente criticato la politica di riarmo dell’attuale governo che, portando la spesa militare verso il 5% del PIL, non solo sottrae risorse vitali per il welfare, ma conduce il paese verso un’economia di guerra, che alimenta il bellicismo. Per Gioffredi invece i Governi si devono attivare perché sia subito convocata una conferenza di pace, sotto l’egida delle Nazioni Unite. La perseveranza della Flottilla, secondo Gioffredi, ricorda al mondo che non possiamo abituarci all’orrore ed ha concluso citando Sandro Pertini: “Si svuotino gli arsenali e si riempiano i granai” invitando i manifestanti a continuare nell’impegno e nella lotta. Il secondo intervento è stato quello di una rappresentante di Non una di Meno, che ha ricordato come la guerra e il genocidio siano l’estrema espressione della cultura patriarcale e maschilista. La Palestina rappresenta inoltre un laboratorio per lo sviluppo di una violenza sistemica, con il controllo tecnologico, la militarizzazione del territorio, l’apartheid, il razionamento del cibo e dell’acqua, l’ecocidio e la distruzione delle possibilità di vita. E’ quindi doveroso opporsi alla produzione e al traffico delle armi verso Israele, così come è necessario porre fine agli accordi con le università israeliane, ma è anche doveroso opporsi contro la torsione autoritaria della società italiana, che criminalizza il dissenso.

E’ intervenuta quindi una insegnante del Coordinamento Pistoiese degli insegnanti per la Palestina, che ha esordito richiamando tutte le risoluzioni della Nazioni Unite che lo Stato di Israele ha violato fin dalla sua fondazione ed ha risposto a chi accusa certi insegnanti di fare politica in classe, rammentando che l’antifascismo è il fondamento della nostra Costituzione e che quindi la trasmissione dei suoi valori rientra a pieno titolo tra gli insegnamenti di Educazione Civica a cui i docenti sono tenuti. Successivamente è intervenuta una rappresentante dell’Arci, che ha ricordato come la sua organizzazione, da sempre impegnata per la difesa dei diritti del popolo Palestinese, si sia particolarmente attivata da quando è iniziata l’aggressione israeliana, sia a Gaza, che in Cisgiordania ed ha invitato tutti a proseguire nell’impegno, a partire dalle prossime scadenze, come la grande manifestazione nazionale di domani a Roma. Il quinto intervento è stato quello di un rappresentante del Comitato per la Palestina di Pistoia, che ha richiamato le norme del diritto internazionale, per le quali in acque internazionali una nave che batte la bandiera di uno Stato costituisce parte integrante del territorio stesso di quello Stato: l’aggressione della marina israeliana alle barche italiane della Sumud Flotilla in acque internazionali costituisce quindi un attacco al nostro paese e l’arresto dei membri dell’equipaggio costituisce per l’oratore un sequestro di persona. Questi gravi fatti integrano le fattispecie previste dalla normativa per l’indizione senza il consueto preavviso di uno sciopero; i sindacati si muovono quindi nella piena legalità e, se ci dovessero essere sanzioni, sono sin da ora pronti al ricorso contro tali provvedimenti.

Ha concluso infine gli interventi un giovane studente, che ha ricordato come il boicottaggio di tutte le aziende coinvolte nell’economia della guerra sia un’altra importante modalità di sostenere la lotta del popolo palestinese, invitando tutti ad utilizzare l’applicazione denominata No Thanks, che con la semplice lettura del codice a barre consente di individuare prodotto “non etici”, indirizzando quindi i consumatori verso acquisti consapevoli.