Venerdì 3 ottobre Roma è stata attraversata fin dalle prime ore del mattino da una marea umana di lavoratori, studenti e cittadini che hanno aderito allo sciopero generale proclamato per protestare contro il sequestro della Global Sumud Flotilla in acque internazionali da parte dei pirati israeliani, sotto gli occhi complici e silenti di molti governi occidentali complici, tra i quali il nostro.

In quella stessa giornata, in una delle periferie popolari di Roma, il Trullo, circa 250 persone sfilavano in una fiaccolata commossa e rumorosa per testimoniare la solidarietà del quartiere al popolo palestinese. 

E’ la prima volta, da decenni, che in questo quartiere si vede una mobilitazione popolare così partecipata. 

Il nostro è ormai un quartiere multietnico, nel quale vivono e convivono, a volte a fatica, persone di 40 diverse nazionalità, accomunate da una vita di sacrifici, lavori malpagati, servizi poco accessibili, famiglie da mantenere facendo i salti mortali. Non sempre la coesistenza è tranquilla, spesso ci si guarda in cagnesco, ma il Trullo è da sempre una borgata guardata in cagnesco da chi abita nei “quartieri bene”, e forse è proprio questo essere messi tutti allo stesso angolo che alla fine ci avvicina, nativi e non. 

Nel quartiere esistono associazioni che cercano di tessere relazioni e riqualificare il territorio dal basso, rimboccandosi le maniche. Nelle nostre scuole, i maestri lavorano ogni giorno nelle loro classi con bambini di tutto il mondo costruendo integrazione e fratellanza. E c’è anche una sezione dell’ANPI, che è riuscita negli anni a diventare punto di ricomposizione e di attivismo per chi non si rassegnava alla spoliticizzazione e alla mancanza di punti di riferimento credibili tra i partiti, e che promuove progetti nelle scuole, iniziative per coltivare la memoria storica e mobilitazioni sui problemi del presente, tra i quali palestinese e ben prima del famoso 7 ottobre. 

Raccogliendo gli appelli alla mobilitazione a fianco della Sumud Flotilla, la sezione ANPI si è assunta la responsabilità di provare a organizzare una mobilitazione più forte che i soliti momenti di controinformazione o flash mob di pochi minuti, chiamando il quartiere alla partecipazione. 

Il corteo/fiaccolata ha attraversato le vie del quartiere, raccogliendo molto consenso da parte degli abitanti, molti dei quali ne hanno ingrossato le fila lungo il percorso. Unico doloroso neo: mancava il nostro compagno Andrea, medico dello Spallanzani, che la notte del 2 ottobre è stato aggredito (ovviamente alle spalle) da fecce sioniste mentre rientrava a casa con la bandiera palestinese sulle spalle dopo aver partecipato al flash mob per Gaza davanti all’ospedale in cui lavora. 

Questa mobilitazione rappresenta un piccolo ma importante risultato che testimonia la solidarietà verso il popolo palestinese, per nulla scontato in un territorio “ai margini”, dove la destra raccoglie consensi elettorali ma dove il cuore “del popolo” batte forte e sa riconoscere da che parte stare, di fronte alla spaventosa carneficina di civili in corso a Gaza e in Cisgiordania. 

E in testa al corteo, tanti bambini: che hanno gridato forte “Palestina libera!” anche per i solo coetanei trucidati a migliaia da Israele.

Angela Ferretti