Il comunicato divulgato oggi riferisce la testimonianza e le dichiarazioni del direttore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, Edouard Beigbeder, appena tornato dalla missione nel territorio palestinese assediato.

Due settimane fa l’inizio dell’ultimo cessate il fuoco nella Striscia di Gaza ha portato un sollievo tanto atteso alle famiglie, offrendo un’opportunità essenziale per la sopravvivenza, la sicurezza e la dignità dei bambini.

In tutti gli incontri che ho fatto nella Striscia di Gaza la scorsa settimana ogni conversazione si concludeva esprimendo lo stesso messaggio:il cessate il fuoco deve reggere e più che portare alla calma deve indurre all’azione.

Le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza hanno provocato una devastazione totale.

Le parole non descrivono e i numeri non misurano le sue conseguenze sui bambini, che io ho visto di persona, le cui dimensioni sono enormi e il cui impatto avrà effetti che perdureranno a lungo, su molte generazioni.

Durante l’assedio i bambini hanno subito sofferenze inimmaginabili: più di 64.000 sono stati uccisi o feriti e più di 58.000 hanno perso almeno un genitore.

Intere città sono state rase al suolo e le infrastrutture urbane sono state completamente distrutte.

Un milione di bambini sopportano atrocità disumane soltanto perché abitano nel luogo più orrendo del mondo, in cui sono sopravvissuti a molti pericoli e tanto orrore e dove ora patiscono la fame, la paura, il dolore e l’abbandono.

L’intervento umanitario dell’UNICEF dopo il cessate il fuoco è in corso.

Stiamo correndo contro il tempo per salvare la vita dei bambini da molte minacce che incombono su di loro, come la malnutrizione, le malattie e il freddo invernale

Stiamo ampliando le cure nutrizionali per far fronte alla carestia, trasportando acqua potabile alle famiglie nei loro luoghi di rifugio e fornendo loro coperte, vestiti e ripari.

Martedì scorso [21 ottobre] ho incontrato Hoor, una bambina di 8 mesi affetta da grave malnutrizione acuta. Grazie alle cure fornite dall’UNICEF si sta riprendendo e gli aiuti economici stanno soccorrendo la sua famiglia a procurarsi il cibo nei mercati locali.

Abbiamo anche iniziato a cooperare con i partner locali per riavviare i servizi essenziali. Questi sistemi salvavita devono essere prima ripristinati e poi mantenuti un funzione. Ciò significa restaurare o ricostruire e riattrezzare le strutture sanitarie con il personale, i locali e gli strumenti necessari per salvare vite umane, riprendere le vaccinazioni di routine, riparare le reti idriche comunitarie, ripristinare l’approvvigionamento energetico delle infrastrutture critiche, formare operatori locali per prevenire malattie e malnutrizione, attivare e incrementare programmi di cash-for-work per i giovani,… e molto altro.

L’importanza dell’istruzione in questi primi interventi di assistenza non deve essere sottovalutata.

Dopo due interi anni persi, le famiglie sanno che il ritorno a scuola dei bambini e un’istruzione adeguata degli scolari sono fondamentali, oltre che per l’apprendimento dei piccoli e la formazione dei giovani, anche per assicurare la guarigione delle proprie comunità, per dare speranza e ricostruire la coesione sociale.

Durante la guerra, l’UNICEF è riuscito a garantire l’apprendimento in presenza a più di 100.000 bambini e ora, insieme ai partner nel campo dell’istruzione, punta a far tornare a scuola tutti i 650.000 bambini in età scolare.

L’UNICEF sta allestendo aule semipermanenti e riparando le scuole danneggiate, intanto si prepara a ricostruire scuole inclusive che combinano più servizi sotto lo stesso tetto, dall’erogazione di acqua potabile al supporto integrato per la salute mentale e psicosociale e ai servizi di cura dell’infanzia per promuovere il recupero emotivo e la sicurezza di ogni bambino.

La lunga strada verso la ripresa è già stata tracciata dalle famiglie palestinesi con il sostegno della comunità internazionale, ma è necessario mantenere con urgenza alcuni impegni per accelerare e aumentare i progressi di questo lavoro fondamentale.

Dopo il cessate il fuoco la quantità di soccorsi dell’UNICEF autorizzati ad entrare nella Striscia di Gaza è aumentata, ma non ancora abbastanza, non ancora sufficientemente.

Chiediamo che nella Striscia di Gaza gli aiuti umanitari possano venire distribuiti in modo sicuro, rapido e senza ostacoli e che le autorità israeliane consentano:

  • l’apertura simultanea di tutti i valichi di frontiera, con procedure di sdoganamento migliorate e più rapide;
  • il passaggio degli aiuti attraverso tutte le vie d’accesso praticabili, compresi Egitto, Israele, Giordania e Cisgiordania;
  • l’ingresso immediato di molteplici tipologie di soccorsi la cui necessità è stata appurata dalla rilevazione delle esigenze, inclusi beni e accessori che sono stati negati e tuttora soggetti a restrizioni, tra cui i kit dell’UNICEF contenenti materiali didattici e di supporto per la salute mentale e psicosociale che da oltre un anno sono bloccati alla frontiera e adesso c’è urgente bisogno che ne sia autorizzata la distribuzione.

L’UNICEF chiede a tutte le parti di rispettare pienamente i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale e dell’accordo di cessate il fuoco.

I civili, in particolare i bambini, devono essere protetti in ogni momento.

Gli sfollati devono potersi muovere liberamente, decidere se tornare alle proprie case o recarsi altrove senza subire indimidazioni, vessazioni o pressioni e con ogni garanzia di incolumità e sicurezza.

Gli operatori umanitari devono avere accesso sicuro, duraturo e senza ostacoli alle famiglie, ovunque si trovino.

I bambini che necessitano di cure specialistiche e urgenti non disponibili nella Striscia di Gaza devono essere evacuati per motivi medici senza indugio, insieme a coloro che si prendono cura di loro.

Con l’inizio dei lavori di assistenza a Gaza sta tornando una fragile speranza di recupero. Il mondo non può permettere che questo cessate il fuoco fallisca. Ci vorrà tempo, ma un futuro inclusivo che dia priorità ai diritti di un milione di bambini di Gaza è possibile con la pace, l’azione e la volontà collettiva.