Una seconda flottiglia è pronta a partire nei prossimi giorni per rompere il blocco navale che dal 2007 assedia la città di Gaza impedendo agli stessi pescherecci gazawi di uscire nelle proprie acque territoriali a poche miglia dalla costa per tentare di pescare. Le barche saranno una decina e partiranno dalla Sicilia e dalla Puglia intorno al 25 settembre.
L’iniziativa è stata presentata con una conferenza al Senato nella sala Nassirya da Erika Capasso della Thousand Madeleine, un’associazione francese che ha comprato delle imbarcazioni, Cecilia Pellizzari, giornalista di Scomodo, Andrea Usala, attivista di piazza Palestina, uno dei tanti ragazzi della Holden che ha sospeso gli studi occupando Piazza Castello a Torino, Caterina Micucci, skipper e animatrice del coordinamento di lotta Flotta, un’associazione di donne capitane che si oppongono alle politiche dei confini e di morte nel Mediterraneo e Khaled Al Kaisi di Freedom Flottiglia Coalition. Ha concluso la conferenza stampa Peppe De Cristoforo, senatore di AVS.
Andrea Usala ha ribadito che la flottiglia non vuole supportare la narrazione dei bianchi che vanno a salvare i palestinesi perché, anzi, è grazie ai palestinesi che abbiamo imparato a ribellarci e a indignarci e forse riusciremo a fare qualcosa per salvare noi stessi. La Palestina sa esattamente cosa fare per sopravvivere: sa coltivare, sa estrarre acqua dolce dal mare, ha aggiunto Andrea, e non ha bisogno degli occidentali bianchi che vengono a salvarla, ha bisogno che cessino immediatamente i bombardamenti. “Abbiamo interrotto gli studi, abbiamo interrotto il corso della scuola Holden, molti di noi non vanno più all’università proprio perché vogliamo essere vicini agli uomini e alle donne palestinesi che hanno interrotto la loro vita a causa dei bombardamenti e dell’assedio. Poi abbiamo capito che fare la flottiglia è un modo per attirare l’attenzione sulla Palestina, per questo partiremo con una seconda flottiglia. Ma prima di liberare la Palestina, il Congo o il Sudan e gli altri popoli dobbiamo liberare noi stessi, liberare l’Europa dai razzismi e dai fascismi” ha concluso Andrea.
Caterina Micucci ha raccontato che la loro associazione contrasta la politica di morte, dei confini e della violenza nel Mediterraneo; per questo salpare e partire con una flottiglia vuol dire anche uno sforzo logistico, uno sforzo di cooperazione, uno sforzo che ci insegna a stare insieme gli uni con gli altri e, come sta succedendo in tutte le piazze d’Italia, a prendere distanza dal rischio di essere complici di un genocidio.
Il senatore Peppe De Cristofaro ha ricordato che il governo italiano è il terzo esportatore di armi verso Israele; la flottiglia è un modo per sostituire l’assenza e l’insensibilità del governo di fronte al massacro in Palestina. In questi giorni è nato in Italia un enorme movimento di massa che occupa le piazze ed è estremamente importante, perché se il governo sarà complice del genocidio gli uomini, le donne, i lavoratori e gli studenti non vogliono esserlo. Forse non basterà una flottiglia per far cessare il massacro in Palestina, ma quello che la flottiglia sta rappresentando è il sentimento d’indignazione che sta diventando un’onda inarrestabile.










