Pubblichiamo il comunicato di Non Una di Mano di Milano, nel quale si esprime il loro punto di vista politico sulla manifestazione meneghina dello sciopero di lunedì scorso: «Abbiamo bloccato tutto con i nostri corpi / è stato uno sciopero generale dal basso, storico, moltitudinario e determinato / non facciamo un passo indietro! / liber3 tutt3!»_

Il 22 settembre è stata una giornata storica: era da tanti anni che non si vedeva un’adesione così alta ad uno sciopero politico contro la guerra e il genocidio.

ABBIAMO BLOCCATO AUTOSTRADE, PORTI, STAZIONI FERROVIARIE

… ABBIAMO BLOCCATO TUTTO!

Ci sono stati cortei numerosissimi in decine di città italiane e le persone hanno scioperato indipendentemente dalla tessera sindacale o nazionalità: lavoratorɜ, studentɜ, pensionatɜ, giovani delle seconde generazioni, famiglie con figlɜ al seguito. Una trasversalità che non si vedeva da tempo, con persone che manifestavano anche per la prima volta.

NUDM era presente nelle piazze perchè non ne possiamo più di vivere in diretta il genocidio del popolo palestinese, nel silenzio generale di quegli stessi governi che lo alimentano quotidianamente inviando armi ai sionisti anzichè aiuti alla popolazione palestinese stremata, delegittimando le missioni umanitarie dal basso come la Global Sumud Flotilla e non prendendo posizione netta contro il genocidio.

Siamo scesɜ in piazza come soggettività oppresse e alleate, perché la lotta e la resistenza del popolo palestinese è anche la nostra lotta, perché non saremo mai vivɜ e liberɜ se non lo sarà anche la Palestina.

Uno sciopero politico dunque, ma anche uno sciopero da chi ci chiede di continuare a lavorare e produrre valore per un sistema complice di un genocidio.

A Milano il corteo voleva bloccare la Stazione Centrale ma ha trovato i cancelli chiusi e le forze dell’ordine in assetto antisommossa che hanno iniziato a caricare pesantemente con manganellate e lacrimogeni.

La rabbia è esplosa, perchè in un paese civile e democratico, a fronte di una manifestazione di 80 Mila persone, quei cancelli avrebbero dovuto essere aperti come accadeva a Napoli o al porto di Livorno.

È andato in onda un pessimo spettacolo da parte delle forze dell’ordine che sono intervenute con idranti, lacrimogeni e manganelli, picchiando chiunque si trovasse in quella piazza. Hanno colpito violentemente e indiscriminatamente giovanɜ e studentɜ e lɜ hanno portatɜ in Questura; hanno arrestato cinque persone e ne hanno trattenute tre, tra cui due minorenni che si trovano ancora nell’Istituto Penitenziario Minorile Beccaria.

Rifiutiamo la logica repressiva, giustizialista e punitiva di questo governo!

INSIEME SIAM PARTITE, INSIEME TORNEREMO!

SIAMO MAREA E FACCIAMO PAURA!

Basta con la criminalizzazione delle piazze e dei popoli in rivolta, con la repressione del dissenso: le democrazie non manganellano nè arrestano chi manifesta il proprio dissenso nelle strade. I governi democratici non soffocano ma ascoltano le popolazioni quando esprimono la propria voce.

Non saranno le vostre botte a fermarci, non i vostri arresti. C’eravamo tuttɜ, siamo entratɜ tuttɜ, una marea determinata fatta di corpi disarmati a premere su quei cancelli e su quelle porte chiuse contro il genocidio del popolo palestinese! Rivendichiamo tutta la gioia ma anche tutta la rabbia di quella piazza. Risponderemo colpo su colpo alla narrazione tossica dei media italici che puntano vergognosamente il dito su due vetri rotti dimenticandosi totalmente della devastazione che si sta compiendo con la complicità occidentale sul popolo palestinese. Rivendichiamo una intera giornata di lotta che ha avuto risonanza in tutto il mondo, riuscendo ad arrivare fino alle nostre sorelle e fratelli Palestinesi.

Media e politici che raccontano di danneggiamenti e violenze quando a Gaza si sta compiendo un genocidio di proporzioni inaudite e quando le barche della Global Sumud Flotilla vengono attaccate in modo vile in acque internazionali.

Noi sappiamo da che parte stare, stiamo dalla parte giusta della storia, stiamo con il popolo palestinese, da due anni vittima di genocidio e da settantasette anni vittima di pulizia etnica, apartheid e occupazione delle proprie terre. Stiamo con chi ha deciso di scioperare in modo pacifico, ma anche con chi ha deciso di bloccare e cospirare. Non ci faremo intimidire dalla vostra repressione.

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