Quello che è accaduto a Milano qualche giorno fa ha davvero dell’incredibile. Studenti e studentesse di una scuola ebraica davanti a un ragazzo di 22 anni militare dell’IDF combattente nella striscia di Gaza che spiega come funziona quella che è a suo avviso «È una lotta contro il terrorismo» (clicca qui per l’articolo).
Si tratta di un’operazione smaccatamente propagandistica, si chiama Hasbarà, come viene sottolineato nell’articolo: «Adi è un ragazzone con un gran sorriso, orgoglioso di difendere il suo paese, consapevole dell’importanza dell’Hasbarà», nella quale la morte di decine di migliaia di persone e decine di migliaia di bambini viene completamente sottaciuta per dare spazio solamente alla narrativa israeliana di propaganda, ma l’Hasbarà non è altro che una grandissima mistificazione della realtà.
Quella andata in scena non è che un’operazione che tende a far familiarizzare gli studenti e le studentesse del triennio a Milano, in Italia, con le azioni militari per le quali i tribunali internazionali si sono espressi in termini di crimini di guerra e crimini di genocidio.
Il militare che afferma davanti a studenti e studentesse: «Siamo lì perché vogliamo vivere in pace e in sicurezza, non perché vogliamo uccidere come provano a farvi credere tutte le fake news che sentite» cerca di convincerli che tutto il mondo dei media, delle istituzioni internazionali, tra cui l’ONU, delle ONG, tra cui Medici senza Frontiere che lascia Gaza City per la pericolosità della situazione, siano produttori di fake news. E che tutto ciò sia cominciato solo con l’attacco del 7 ottobre 2023.
Come tutto ciò si possibile in una scuola, in Italia, ci lascia esterrefatti e contrariati. Le scuole dovrebbero insegnare i valori del dialogo, della nonviolenza, della pace, non idealizzare soldati che commettono atrocità contro i bambini e le bambine, atrocità che hanno addirittura toccato la sensibilità di Guido Crosetto, come egli stesso ha ammesso nelle sue dichiarazioni al Senato.
Stiamo denunciando da tempo il processo di israelizzazione della società italiana nell’ambito del più ampio contesto della militarizzazione e apprendiamo con preoccupazione di questo pericoloso episodio propagandistico in una scuola italiana.
Abbiamo tutti e tutte presenti le immagini e i video dei soldati israeliani che all’interno delle case palestinesi deridono le morti dei bambini giocando con i loro giocattoli. Abbiamo tutti presenti soldati israeliani travestiti da donne palestinesi in modo da deriderne il dolore. Abbiamo tutti presenti le risate dei soldati israeliani mentre aprono il fuoco sulle macerie di Gaza. Vogliamo che con questa propaganda partano anche ragazzi e ragazze italiane per associarci a questa barbarie sionista perpetrata ai danni di una popolazione stremata da decenni di oppressione?
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle società chiediamo immediatamente che le forze parlamentari sensibili a questo tema procedano con una interrogazione parlamentare per chiedere conto al Governo e al ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara di questa terribile propaganda di guerra nelle scuole italiane, che, sebbene siano private godono di fondi pubblici, quelli sottratti alle nostre scuole pubbliche, pluralistiche, nonviolente e antifasciste.










