L’Osservatorio Latinoamericano dei Conflitti Ambientali (OLCA), in collaborazione con il giornale digitale Resumen.cl e con il sostegno di Global Greengrants Fund (GGF), ha presentato un forte reportage audiovisivo “La febbre del litio: le ombre della transizione energetica”. Questo documentario d’inchiesta, girato nel dicembre 2024 e con un’ampia post-produzione completata nell’aprile 2025, approfondisce le complesse dinamiche che riguardano l’estrazione del litio, un minerale cruciale per la promessa di un futuro energetico all’insegna delle fonti rinnovabili.

Il documentario, realizzato con la partecipazione dei rappresentanti delle comunità indigene direttamente interessate dall’estrazione del litio, la cui uscita è prevista a luglio, intende indurre a una profonda riflessione per comprendere se la transizione energetica rappresenta una vera soluzione alla crisi climatica o sia piuttosto una nuova forma di sfruttamento della natura. Attraverso un viaggio visivo nella bellezza mozzafiato del deserto cileno, delle sue oasi alle alte zone umide andine fino ai delicati ecosistemi delle saline, il reportage contrappone la ricchezza naturale e culturale alla crescente espansione dell’attività mineraria.

Mediante l’uso di immagini satellitari rivelatrici, il documentario mostra come la domanda globale di litio, soprannominato “l’oro bianco” della nuova era, abbia innescato un’intensa “corsa all’estrazione” nel cosiddetto Triangolo del litio, un’area che comprende Cile, Argentina e Bolivia, una zona che ospita circa il 60% delle riserve mondiali di litio. Il reportage esplora i costi ambientali e sociali di questa corsa, esaminando il caso del Cile, primo produttore mondiale di rame e secondo di litio, come esempio dell’impatto ambientale dell’attività di estrazione mineraria.

«L’estrazione del litio attraverso lo sfruttamento delle saline, fragili ecosistemi acquatici e sede di una biodiversità unica nel nord del Cile, sta generando un intenso ‘water mining’», spiega il team di registi. Il documentario rivela come circa 2 milioni di litri d’acqua vengano fatti evaporare per produrre una singola tonnellata di litio, un processo che sta consumando la salina di Atacama e portando alla diminuzione dell’acqua e della vegetazione nell’area più arida del pianeta.

Inoltre, il documentario dedica particolare attenzione alla salina di Maricunga, situata nel Parco Nazionale Nevado Tres Cruces, territorio ancestrale del popolo nativo Colla, e che sta emergendo come il prossimo ecosistema minacciato dall’espansione dell’estrazione del litio in Cile. Attraverso le testimonianze delle comunità locali e l’analisi di esperti come Eduardo Gudynas, il film mostra come la perdita delle terre, il deterioramento ambientale e la contaminazione delle acque siano alcune delle gravi conseguenze che queste popolazioni devono affrontare.

“La febbre del litio: le ombre della transizione energetica” affronta anche il quadro giuridico cileno, regolato da norme emanate durante la dittatura di Pinochet, e il modo in cui aziende come SQM (Sociedad Química y Minera, il più grande produttore di litio al mondo), il cui proprietario ha legami di famiglia con il regime militare, hanno beneficiato dallo sfruttamento di queste risorse. Infine, analizza anche il ruolo delle compagnie internazionali e la crescente importanza geopolitica del controllo delle materie prime per la tecnologia e l’industria militare.

Il documentario termina con una riflessione critica sul ruolo del grande capitale nella transizione energetica, evidenziando come, in molti casi, un modello di sfruttamento insostenibile venga perpetuato grazie ad un discorso di sostenibilità: è proprio in questo contesto che si pone la necessità di una trasformazione radicale del modello economico e produttivo, dando priorità alla giustizia sociale e ambientale.

Il team del documentario sta attualmente diffondendo il trailer e la locandina del documentario, anticipando la sua uscita nel luglio 2025. “La febbre del litio: le ombre della transizione energetica” dovrebbe generare un dibattito cruciale sul futuro dell’energia e sul costo reale della tanto attesa transizione verde.

Traduzione dallo spagnolo di Maria Sartori. Revisione di Mariasole Cailotto.