Pubblichiamo il comunicato di Fawzi Ismail, presidente dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina sulle dichiarazioni di Donald Trump riguardo alla proposta di deportazione della popolazione di Gaza.
Le ultime volgari dichiarazioni razziste e pericolose del presidente statunitense Donald Trump — che propone lo spostamento forzato della popolazione di Gaza verso uno “Stato mediorientale” e la trasformazione della Striscia in una “zona libera” amministrata secondo i diktat della sua visione, senza alcuna rappresentanza palestinese — rappresentano l’ennesima manifestazione di un colonialismo arrogante, crudele e fallimentare.
Quanto riportato dalla rete NBC, in merito a un piano dell’amministrazione Trump per trasferire quasi un milione di palestinesi da Gaza alla Libia, conferma l’esistenza di una mentalità malata e coloniale, erede diretta dei progetti di pulizia etnica e annientamento che il popolo palestinese affronta dal 1948. È la stessa logica di dominio e cancellazione con cui gli Stati Uniti hanno costruito se stessi, attraverso lo sterminio sistematico dei popoli indigeni del Nord America: una storia segnata da genocidi, deportazioni e controllo violento dei territori.
Né le dichiarazioni né le pratiche coloniali di sterminio riusciranno a spezzare la forza radicata del popolo palestinese. Un popolo che, con eroismo e dignità, continua a resistere all’assedio, all’espulsione, alla cancellazione. La Palestina non arretra. Non si lascia intimidire dalla brutalità dell’occupazione, né si piega davanti all’arroganza delle potenze che la sostengono.
Trump e Israele rappresentano l’apice di un colonialismo volgare, violento, convinto di poter impunemente annientare vite, storia, identità. Ma anche la loro ambizione più prepotente si infrange contro la dignità incrollabile della resistenza palestinese e contro un movimento globale che si risveglia, si indigna e si mobilita. Il mondo, ispirato dall’esempio palestinese, rigetta con sempre maggiore convinzione la spietatezza dello sterminio e l’intero sistema di oppressione di cui esso è parte. La lotta palestinese è oggi faro e specchio: illumina le tenebre del potere e riflette la possibilità di un mondo diverso. Ed è proprio per questo che non potranno mai vincere.
A Trump e a tutti i suoi complici, vicini o lontani, diciamo con chiarezza: il popolo palestinese non ha altra patria che la Palestina. Nessun piano, nessun ricatto, nessuna minaccia potrà sradicarlo dalla sua terra. Gaza non sarà mai zona di deportazione né laboratorio di liquidazione. Ogni tentativo di esodo forzato è destinato al fallimento.
Un popolo che ha resistito per decenni, che ha pianto migliaia di martiri e ha fronteggiato a testa alta la brutalità del colonialismo israeliano, non sarà mai spezzato. I palestinesi non si muoveranno se non per tornare nelle loro città e villaggi occupati, nella Palestina storica, dopo la liberazione.
L’idea di amministrare Gaza senza sovranità palestinese è solo l’ennesimo tentativo meschino di smembrare il corpo della nazione, di amputarne la storia e dissolverne la causa. Ma noi non ci piegheremo. Resisteremo, come sempre, con ogni mezzo. Gaza è parte inseparabile della Palestina, e solo il suo popolo ha diritto a decidere del suo destino.
A Trump e ai suoi alleati diciamo: la vostra mentalità da “cowboy”, che tratta le vite umane come merce, che crede di poter spostare popoli come pedine su una mappa, non passerà. Ha fallito nella storia e fallirà ancora, spezzandosi contro la fermezza del popolo palestinese. Un popolo che non si è mai inginocchiato, che non ha mai tradito la propria dignità, e che continua a resistere — per il ritorno, la liberazione, l’autodeterminazione. Nonostante voi. Nonostante l’occupazione. Nonostante tutto.
20 maggio 2025 – Fawzi Ismail