Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende esprimere profondo sconcerto e indignazione in merito alla notizia, riportata da diversi organi di stampa, riguardante un uomo di 35 anni di Vercelli accusato di aver drogato e violentato una ragazza di appena 14 anni, promettendole sostanze stupefacenti in cambio di prestazioni sessuali. Secondo quanto riportato, il soggetto andrà a processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni della giovane.
Dinanzi a simili episodi, che purtroppo continuano a emergere con frequenza allarmante, il Coordinamento non può che ribadire l’urgenza di un impegno strutturale e trasversale per la tutela dei diritti fondamentali dei minori, in particolare delle giovani donne, e per la prevenzione della violenza di genere e degli abusi sessuali.

La vicenda di Vercelli rappresenta un drammatico esempio di come la vulnerabilità adolescenziale, la mancanza di contesti educativi e relazionali sani e l’uso strumentale di sostanze stupefacenti possano diventare strumenti nelle mani di individui senza scrupoli. L’età della vittima, la modalità dei fatti e la gravità delle accuse impongono una riflessione profonda, che deve coinvolgere non solo il sistema giudiziario, chiamato a garantire giustizia, ma anche il mondo scolastico, familiare e sociale nella sua interezza.

In qualità di docenti impegnati nell’educazione ai diritti umani, riteniamo fondamentale che la scuola torni ad assumere un ruolo centrale nell’educazione affettiva, civica e alla legalità. È necessario intensificare i percorsi formativi volti alla prevenzione delle dipendenze, alla consapevolezza del proprio corpo e dei propri diritti, nonché alla promozione di una cultura del rispetto reciproco e del consenso.
Il CNDDU chiede alle istituzioni:

– di rafforzare i programmi scolastici relativi all’educazione ai diritti umani, all’educazione sessuale consapevole e alla prevenzione della violenza di genere;
– di promuovere campagne di sensibilizzazione nei territori, con il coinvolgimento attivo di scuole, famiglie, associazioni e forze dell’ordine;
– di potenziare i servizi di supporto psicologico all’interno degli istituti scolastici, affinché i giovani possano trovare ascolto e orientamento nei momenti di difficoltà;
– di attivare sportelli dedicati alla segnalazione di comportamenti a rischio, che possano rappresentare un argine concreto contro fenomeni di abuso e coercizione.
Il CNDDU, infine, esprime solidarietà e vicinanza alla giovane vittima e alla sua famiglia, nella speranza che il processo possa restituire verità e giustizia, e che da questo dramma emerga una rinnovata responsabilità collettiva nell’impegno educativo.

prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU