Migliaia di persone hanno partecipato sabato pomeriggio al Climate Pride di Bologna. Una street parade gioiosa e determinata attraversata da una pluralità di collettività e istanze sociali, che ha denunciato il fallimento di qualsiasi politica di transizione ecologica dall’alto, e rilanciato la sfida per costruire spazi delle ecologie urbane, annunciando un nuovo appuntamento il 14 maggio a Palazzo d’Accursio.

In un mondo attraversato dalle guerre e dalla corsa al riarmo, la crisi climatica è drammatica attualità che attraversa i nostri territori con alluvioni e ondate di calore. “L’abbiamo urlato oggi e dobbiamo continuare a urlarlo il prossimo 14 maggio: la transizione dall’alto ha fallito!”: lo vediamo nelle strategie europee, nelle politiche nazionali, nelle scelte regionali, e lo vediamo a Bologna, che anche dopo le alluvioni continua a consumare suolo, mentre grandi parti del territorio sono abbandonate e soggette agli appetiti della speculazione.

Per questo, il Climate Pride ha lanciato una sfida alla città: fare dell’area dell’ormai ex Ippodromo un possibile terreno di sperimentazione delle ecologie urbane dal basso, dove desigillare, forestare, ibridare i saperi, reimmaginare le relazioni con e nello spazio pubblico. Se la transizione dall’alto ha fallito, sono le pratiche dal basso che possono costruire le forme collettive per vivere nella crisi climatica: togliere asfalto, fare foreste urbane, costruire orti collettivi, elaborare conoscenze plurali. In poche parole: fare spazio al suolo e alle acque, alla vegetazione e alle persone.

“Per questo, per altro, per tutto, oggi abbiamo attraversato questa città. E continueremo a farlo nelle prossime settimane, sperimentando il terreno delle pratiche e arricchendo quello delle iniziative”: il Climate Pride chiama tutte e tutti a Palazzo d’Accursio il 14 maggio per portare collettivamente le ecologie urbane che vogliamo veder germogliare nella nostra città.

Bologna, 12 aprile 2025