Il Comitato promotore delle contestazioni ai traffici di armi in porto a Monfalcone, ha promosso in via Sant’Ambrogio la mattina di sabato 15 marzo un presidio intitolato “NO ReArm Europe” che il maltempo ha costretto a tenere sotto i portici, senza per questo impedire a una trentina di persone fra cittadini associazioni e giornalisti di partecipare.
L’iniziativa ha riaperto il dibattito locale sull’argomento contestando la manifestazione “a sostegno dell’Europa” promossa il giorno stesso a Roma da Repubblica, in coincidenza con gli 800 miliardi a debito per il riarmo annunciati da Von Der Leyen.
Considerata la campagna in corso, il Comitato promotore delle contestazioni ai traffici d’armi in porto ha invitato i candidati alle elezioni comunali che si oppongono alla deriva guerrafondaia a partecipare. Hanno risposto per la lista Monfalcone Civica e Solidale Alessandro Capuzzo portavoce di Tavola Pace FVG e l’ambientalista Giovanni Montena.
La deriva militarista europea e nazionale va fermata prima che divenga irreversibile e ci conduca alla tragedia come ben due volte abbiamo sperimentato in queste terre lo scorso secolo.
Nella foto, la nave «Severine» (n° IMO 9539078) che assieme alla gemella «Capucine» ha attraccato più volte a Monfalcone per caricare armi, come evidenziato dall’Osservatorio “Weapon Watch”. Oltre ai pacifisti, anche lavoratori e sindacati monfalconesi hanno rimarcato che porto Rosega non è abilitato per movimenti di armi e munizioni; neppure per il Ministero della Difesa per il quale sia «Severine» che la gemella «Capucine» (IMO 9539066) lavorano.
Sembra logico chiedersi quindi cosa facessero sulla “Capucine” nel dicembre 2023 dei conteiner di esplosivi, sottoclasse 1.4. E come mai mezzi blindati, carri armati e container militari fossero presenti in porto nell’agosto 2024.
Alleanza Verdi Sinistra, Europa Verde, Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, Potere al Popolo, PRC/SE fed. Gorizia, Tavola Pace FVG, Unione Sindacale di Base