«Chi me lo doveva dire che sarebbe stato Zuckenberg ad avvisarmi che i servizi segreti mi stavano spiando? Potremmo chiamarlo il “paradosso Matrix”.» Così l’esordio su Facebook di Luca Casarini, attivista da sempre impegnato nel sociale, già leader del movimento no-global e attualmente capo missione e tra i fondatori della ong Mediterranea Saving Humans.

Il suo telefono è stato violato da una operazione di “spyware” ad alto livello, attraverso l’uso di un software,“Graphite”, di tipo militare, molto avanzato ed estremamente sofisticato, che permette di avere accesso a tutti i contenuti: foto, video, messaggi, file, contatti presenti nel telefono; il software è stato messo a punto dalla società israeliana “Paragon Solution”, un’agenzia che lavora solo con governi, o agenzie governative, e apparati istituzionali e che ha dichiarato di averlo fornito al governo degli USA e ai suoi alleati.

L’ “infezione informatica” con spyware che avrebbe colpito, in tutto il mondo, i telefoni e i device di 90 attivisti della società civile e giornalisti, e in Italia, oltre a Luca Casarini e al direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, almeno altri sette attivisti, è stata denunciata dalla piattaforma Meta, tramite messaggi su WhatsApp, in cui si comunicava la rilevazione e la rimozione dal telefono di uno spyware molto potente, si consigliava di cambiare telefono e al contempo di rivolgersi a una struttura di ricerca dell’Università di Toronto, “The Citizen Lab”, che fa proprio attività di monitoraggio sugli spyware a livello mondiale, offrendo la propria consulenza.

In un comunicato la Redazione di Mediterranea Saving Humans rende noto che “gli esperti di The Citizen Lab stanno effettuando approfondite ricerche sul telefono di Luca e nei prossimi giorni sarà possibile sapere da quanto tempo durava questa operazione”; contestualmente la Redazione ricorda come il lavoro e l’impegno di Luca Casarini per salvare i migranti nel Mediterraneo attraverso “attività di soccorso in mare, e di aiuto alle persone rinchiuse nei lager libici o deportate nel deserto, sono al centro delle attenzioni dei servizi segreti italiani, in particolare l’Aise che opera in Libia e in Tunisia”.

L’intera operazione s’inserisce, dunque, nella trama dei rapporti scandalosi Italia-Libia, del caso Almasri, dell’operato dei banditi delle milizie libiche, uomini e cose più volte denunciati da Luca Casarini.

La vicenda è gravissima e inquietante e si palesa come aperta violazione dei diritti costituzionali e dei principi fondamentali di uno Stato democratico; non può essere, indubbiamente, elusa la domanda sul possibile coinvolgimento in questo piano dei nostri servizi di intelligence, poiché una parte delle persone spiate è collegata alle inchieste sulla corruzione in Libia, sui rapporti tra Libia e Italia e tra i rispettivi servizi segreti, sugli accordi per il petrolio, sulla questione dei migranti.

Gli avvocati della Ong Mediterranea Saving Humans hanno presentato presso la Procura di Palermo la denuncia per le attività di spionaggio che ha subito Luca Casarini. “È una denuncia con cui chiediamo che venga fatta luce. Chiediamo che venga accertata la verità su quello che è successo. Chiediamo che si faccia chiarezza sul perché apparati dello Stato abbiano utilizzato armi di spionaggio nei confronti di un proprio cittadino. Chiediamo di capire se questo sia avvenuto per le sue opinioni politiche”, hanno dichiarato gli avvocati Fabio Lanfranca e Serena Romano. L’esposto “è finalizzato a conoscere quale apparato dello Stato si sia spinto fino a usare le armi delle spionaggio dei propri cittadini…”

Casarini non nasconde la sua preoccupazione per i tanti rifugiati, migranti che hanno bisogno di aiuto e di supporto, e per gli attivisti che in Italia, e non solo, sono in contatto con lui. L’attività difensiva a loro tutela potrebbe essere compromessa da possibili schedature tracciate dall’incursione informatica, o strumentalizzata per orchestrare provocazioni, accuse e falsi resoconti finalizzati a costruire una narrazione capovolta, dove mettendo “i messaggi giusti al giusto posto”, chi, con coraggio e determinazione, ogni giorno, difende il diritto alla vita in mare, salva vite umane, si impegna nella costruzione di una rete di aiuto e solidarietà alle persone migranti, rischia di essere dichiarato “favoreggiatore dell’immigrazione clandestina”.

Questa storia sembra incarnare i paradossi della nostra contemporaneità che rivelano la debolezza e i limiti della nostra capacità di discernimento ottenebrata da una “Matrix narrativa” che ascolta, controlla, orienta e imprigiona con abile azione di propaganda, sottile inganno e germinazione della paura, generata dal vigilare occulto e pervasivo.

Ma alla “costruzione del Male”, astiosa e ostile, Luca Casarini sa opporre “la cospirazione del bene” che contagia benevolmente e apre alla speranza, ridona nuovo slancio per prendere il largo verso il mare aperto.

L’arrivo della Mar Jonio al porto di Napoli, accolta dall’abbraccio della società civile e delle associazioni, e gli open days per le visite a bordo che “stanno regalando un sostegno e un affetto meraviglioso da parte di centinaia di persone, e decine di realtà sociali, associazioni, scuole”, testimoniano la gratitudine verso chi “ha scelto di combattere… per la vita e contro la morte, imposta dall’Impero delle macchine agli ultimi del mondo” (Luca Casarini).

Buon vento, Luca!