Riceviamo e volentieri diffondiamo

Lettera aperta al Presidente della Repubblica Italiana
Siamo “Donne in cammino per la pace”, una rete di donne che in prima persona condividono
l’urgenza di chiedere la fine delle guerre e dei massacri consumati sui corpi dei più fragili. Ciascuna
sente di non poter rimanere indifferente e la necessità di esprimere la propria condanna ai vecchi e
nuovi genocidi in atto nel mondo e, di piú, al massacro del popolo palestinese.

Da mesi, nei principali luoghi pubblici delle città dove ciascuna vive e può attivarsi in comunanza
con altre, le “Donne in cammino per la pace”, senza loghi identitari, simboli o bandiere di
appartenenza, promuovono il CESSATE IL FUOCO con un messaggio scritto sul corpo; immobili e
in silenzio, vestite di nero, con uno straccio bianco legato al braccio.

Ciascuna raccoglie il testimone di due associazioni pacifiste e femministe: Woman Wage Peace,
israeliana e Women of the Sun, palestinese, che chiedono congiuntamente di porre fine al ciclico
spargimento di sangue e una vita giusta e dignitosa per bambini e bambine palestinesi e israeliani,
perché “Ogni madre, ebrea e araba, dà alla luce i suoi figli per vederli crescere e fiorire e non per
seppellirli”. Iniziata da donne di Brescia, la pratica sta coinvolgendo “Donne in cammino per la
pace” in circa 200 comuni di varie province e regioni.

Ci rivolgiamo a Lei come cittadine, nello spirito e nel rispetto della Costituzione italiana, che
ripudia la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti:
– perché la Sua voce sovrasti quella dei tanti Partiti politici e istituzioni italiane e europee, che
mentre chiedono la fine dei conflitti, mantengono e incrementano la fornitura di armi ai paesi
belligeranti;
– perché sia svelato che la folle corsa agli armamenti, mentre sta determinando enormi profitti per
le lobby produttrici, produce depauperamento delle risorse destinate alla salute, alla scuola, al buon
vivere di cittadine e cittadini e mette in pericolo la loro incolumità;
– perché le autorità italiane, europee ed internazionali, si attivino immediatamente per fermare i
bombardamenti e l’invasione israeliana nel territorio di Gaza, per permettere il passaggio di aiuti
alla popolazione palestinese sotto assedio, per ripristinare i finanziamenti all’Unrwa, per porre fine
alla catastrofe umanitaria in corso;
– perché si ponga un argine alla manipolazione delle informazioni e alla campagna mediatica che
giustifica la rappresaglia di Israele contro l’intera popolazione di Gaza, come risposta alle atrocità
commesse da Hamas nell’attentato terroristico del 7 ottobre 2023. Come Lei ben sa, in poco più di
sette mesi il governo israeliano ha ucciso 35mila palestinesi e ne ha feriti 77mila, il 70 per cento dei
quali donne e bambini. A Gaza ha distrutto 221mila abitazioni, lasciando senza casa un milione di
persone, quasi la metà della popolazione; ha cancellato le infrastrutture civili comprese elettricità,
acqua e fognature; ha distrutto il sistema sanitario e ucciso 400 operatori sanitari; ha distrutto tutte
le dodici università e 56 scuole, altre centinaia ne ha danneggiate, lasciando senza istruzione
625mila studenti. Ha bloccato gli aiuti umanitari creando le condizioni in cui tutta la popolazione
rischia la carestia e la morte per fame.

Le chiediamo di sollecitare la politica e la diplomazia, troppo a lungo assenti, affinché agiscano per
mettere fine all’occupazione militare israeliana e al regime di apartheid nei confronti della
popolazione palestinese, poiché la giustizia è condizione imprescindibile per la pace, mentre da
oltre settant’anni la colonizzazione israeliana costituisce una violazione dei diritti umani e del
diritto internazionale, come ci ricordano anche autorevoli cittadini israeliani ed ebrei della
diaspora. La guerra non è una soluzione, ma un motore inarrestabile di odio.

Le donne hanno disvelato che la violenza e la guerra sono l’esito di un sistema di relazioni di
dominio che affonda le sue radici nella relazione tra i generi. Con la loro capacità di mediazione le
donne dimostrano che la violenza non è un destino dell’umanità.

Le chiediamo di condividere il nostro appello con gli organi di Governo, il Parlamento e le forze
politiche.
La ringraziamo per l’attenzione.
Pesaro, 23 maggio 2024

PRIME FIRMATARIE
Anna Paola Moretti – Pesaro, Rita Giomprini – Pesaro, Maria Teresa Pampaloni – Pesaro, Ramona
Orizi – Pesaro, Francesca Ricci – Pesaro, Lucia Gafà – Pesaro, Alessandra Calegari – Pesaro,
Simonetta Romagna –Pesaro, Laura Canestrari – Mombaroccio (PU), Giuliana Ugolini – Pesaro,
Ilva Sartini – Pesaro, Bruna Castellani – Pesaro, Giulia Benelli – Pesaro, Caterina Profili – Pesaro,
Anna Natale – Pesaro, Nada Pallini – Atri (TE), Anna Bertozzini – Pesaro, Angela Donati –
Gabicce Mare (PU), Giuliana Bartocetti – Pesaro, Mara Pianosi – Pesaro, Lucia De Luca – Pesaro,
Bonaria Biancu – Pesaro, Giulia Dellacostanza – Pesaro, Stefania Pallunto – Pesaro

È in corso una campagna di condivisione.
La lettera è stata spedita il 26 maggio scorso con 731 firme, provenienti da donne di 144 Comuni e 38 province d’Italia, ma la raccolta di adesioni continua.
Per condividere, basta inviare una email ad Anna Paola Moretti apmoretti@virgilio.it