Gaza

L’esercito di Tel Aviv ha compiuto ieri 8 stragi con bombardamenti aerei su zone densamente abitate e ospedali. 77 persone uccise, tra i quali giornalisti che stavano compiendo il loro lavoro, e 108 civili feriti.

Ospedali nel mirino
Esecuzioni sommarie nell’ospedale Shifà. 6 accompagnatori di malati sono stati uccisi dai soldati israeliani all’interno della struttura sotto gli occhi dei loro parenti impossibilitati a muoversi nei letti. Stamattina all’alba i carri armati israeliani si sono ritirati dal complesso ospedaliero. Decine di corpi sono stati trovati nei dintorni già in avanzato stato di putrefazione. Le immagini trasmesse dalle tv arabe sono terribili. Reparti distrutti, fosse comuni, gente malnutrita dopo due settimane di devastazioni da parte dell’esercito israeliano in una struttura medica. Un crimine di guerra impunito.
Bombardato l’ospedale Shuhadaa Aqsa di Deir Balah, nel centro della Striscia.
Almeno 20 uccisi tra i quali un giornalista che stava seguendo la cronaca.

Uccidere per fame
12 palestinesi uccisi e altri 30 feriti ieri in un bombardamento israeliano sulla rotonda Kuwait a Gaza city. Le vittime stavano aspettando l’arrivo degli aiuti dal sud della Striscia e molti di loro facevano parte dei comitati popolari che hanno sostituito le organizzazioni dell’ONU, respinte da Israele. Il ruolo di questi comitati era stato caldeggiato dallo stesso esercito israeliano, in funzione collaborazionista, ma nessuno ha voluto seguire quella strada e da lì è partita la vendetta israeliana. Ha ucciso i loro rappresentanti insieme alla gente affamata che aspetta gli aiuti.
In un comunicato emesso ieri sera, i comitati hanno annunciato la sospensione del loro ruolo e chiedono il ritorno dell’UNRWA, della Croce rossa internazionale e del PAM, gli organismi internazionali che avevano provveduto in passato alla distribuzione organizzata e ordinata degli aiuti. Il governo Netanyahu e i suoi generali preferiscono il caos, per potere decimare meglio i civili palestinesi. Uno sterminio programmato scientificamente.

ANP a Gaza
Un comunicato del ministero dell’Interno di Gaza ha riferito di aver arrestato 6 agenti dei servizi di sicurezza dell’ANP entrati a Rafah con un convoglio della Mezzaluna rossa egiziana. “Sono in collegamento con il capo dei Mukhabarat palestinesi con sede a Ramallah e coordinati dallo Shabak, il servizio di sicurezza interno israeliano. Il loro emissario è Majed Faraj, l’uomo forte dei servizi di sicurezza dell’ANP”.
L’accusa è gravissima e denota l’esistenza di un corto circuito all’interno del fronte palestinese, tra Hamas e Fatah.
L’Egitto avrebbe affermato agli interlocutori gazzawi, contro ogni logica, che non ha nessuna conoscenza dei piani che riguardano questa missione. Secondo la versione del ministero guidato da Hamas, “il gruppo aveva il compito di portare gli aiuti nel nord della striscia, scortati dall’esercito israeliano, per prendere contatti con alcuni notabili locali e creare un potere alternativo collaborazionista”.
Questo scontro a Gaza avviene il giorno nel quale il nuovo governo palestinese ha giurato a Ramallah nelle mani del presidente Abbas. Nel suo discorso davanti ai 23 ministri, il presidente ha affermato che questo governo assumerà i suoi compiti in tutti i territori palestinesi occupati, compresa Gaza e Gerusalemme est.

Cisgiordania e Gerusalemme est
I coloni hanno ferito 4 giovani palestinesi in un attacco armato in un villaggio a nord di Ariha, (Gerico). I soldati che presidiano la zona non sono intervenuti e nessuno dei coloni è stato fermato. Questo comportamento è diventato la normalità quotidiana, con l’intento di cacciare i palestinesi dalle loro terre che fanno gola ai colonizzatori.
In tutta la Cisgiordania è in corso un’operazione di rastrellamenti su vasta scala con arresti di militanti e per vendetta, i militari dell’esercito di occupazione devastano le case di famiglia, distruggendo mobili e rubando l’oro che trovavano sotto le proprie mani, senza rilasciare certificati di sequestro.

Israele
Duri scontri a Gerusalemme tra la polizia e i manifestanti che chiedevano le dimissioni di Netanyahu e elezioni anticipate.
Oltre centomila persone hanno sfilato davanti al Parlamento per dire no a questo governo che usa la guerra per prolungare la propria permanenza al potere e mette a rischio la vita degli ostaggi. Motivazioni diverse animano i partecipanti a questa grande iniziativa, ma sono uniti dalla richiesta di far cadere la testa di Netanyahu.
Il premier ha ribadito che l’esercito entrerà a Rafah anche contro il parere di Biden e il piano di evacuazione la popolazione è pronto.

Trattative
Nessuno sviluppo positivo per le trattative indirette al Cairo tra Hamas e il governo Netanyahu per lo scambio di prigionieri.
In realtà sono trattative anche a distanza, perché la delegazione di Hamas non è arrivata al Cairo e aspetta le novità nelle risposte di Tel Aviv sulle questioni di divergenza.
Un alto esponente di Hamas ha dichiarato alle agenzie stampa in forma di anonimato: “Il governo israeliano non sta prendendo la trattativa in modo serio, continua a parlare di occupare Rafah e non intende ritirare le truppe, anche parzialmente dalla strada costiera. Se non ci saranno risposte chiare e soddisfacenti, non andremo al Cairo”.
Durante le trattative delle due settimane precedenti a Doha ad essere recalcitrante era il governo israeliano, che aveva mandato una delegazione con poteri decisionali limitati e l’ha poi ritirata per ben due volte.
L’intento di Netanyahu è quello di ottenere, con le trattative, la liberazione degli ostaggi e poi proseguire l’aggressione con la deportazione della popolazione palestinese nel Sinai.

Libano
Ucciso un capo militare di Hezbollah. Un caccia israeliano ha lanciato un missile contro un’auto nella località di Kunin.
All’interno vi era Ismail Zain uno dei capi delle unità del lancio di missili della resistenza libanese nel sud Libano.
I funerali sono stati imponenti e la sfida all’esercito israeliano traspariva dalla commemorazione pronunciata da un parlamentare del partito.
Sul fronte di battaglia, l’artiglieria libanese ha colpito Kiryiat Shmona, dove l’esercito israeliano ha parlato del ferimento di un soldato.

Siria
Bombardamento israeliano su Damasco. Almeno 4 missili hanno colpito un edificio provocando un enorme incendio. Ci sono 2 morti civili e una decina di feriti, secondo un comunicato dell’esercito siriano. Le difese anti aeree sono entrate in funzione, ma l’intensità di fuoco israeliana ha superato la capacità di contenimento. Diversi missili sono stati abbattuti in cielo, ma l’obiettivo è stato colpito. Questo è il 29esimo attacco missilistico israeliano sul territorio siriano, senza che avvenga una sola risposta militare alle aggressioni di Tel Aviv.

Giordania
Arrestati palestinesi nel campo profughi di El-Boqa’a, a nord di Amman, in Giordania. Sono accusati dalle forze di sicurezza di “azioni di disturbo” contro la sovranità del paese.
Tradotto: hanno manifestato chiedendo la cancellazione degli accordi con Israele.

BDS
Una coppia palestino-kashmiri ha costruito un sito (in inglese) per individuare facilmente i prodotti di produzione israeliana e quelli dei marchi mondiali che sostengono il genocidio a Gaza e l’Apartheid in Cisgiordania, Gerusalemme e Israele.
La ricerca sul sito potrebbe avvenire anche scattando una foto all’etichetta del prodotto.
Gli inventori, Nadia (palestinese irlandese) e Shehzad (Kashmiri canadese), marito e moglie, ripetono che non è un’App da scaricare ma semplicemente un sito che si può scegliere tra i preferiti. Ecco il link https://disoccupied.com/