Sabato 17 e domenica 18 febbraio si è tenuto il convegno su “La crisi del modello neoliberista tra disastri ambientali e criticità economico-sociali: il caso dell’Emilia-Romagna” organizzato dalla Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna assieme a Diritti alla Città e Osservatorio Urbano di Bologna.

Il convegno ha registrato una forte partecipazione e ha sviluppato un’importante discussione. In particolare, nella prima sessione è stata messa in luce, con gli interventi dei vari relatori, la crisi che attraversa il modello neoliberista e anche quello emiliano-romagnolo, che ne rappresenta una variante, seppur temperata e maggiormente inclusiva. Una realtà sempre più evidente, anche se volutamente non riconosciuta dalle classi dirigenti economiche e politiche della Regione.

La seconda sessione si è incentrata sui temi del cambiamento climatico, dell’inquinamento atmosferico, del consumo di suolo e dell’ecologia fluviale: qui è emersa, da una parte, l’inadeguatezza delle politiche regionali messe in campo e, dall’altra, la necessità di procedere ad una svolta profonda anche in questi ambiti.

Infine, la terza sessione ha affrontato la questione dei beni comuni fondamentali quali mobilità, energia, acqua, rifiuti, economia rurale, nonché – e non poteva essere diversamente – prodotto anche una riflessione sulla pace e sulla guerra. I ragionamenti sui beni comuni costituiscono altrettanti punti di fondo, assieme all’affermazione della pace, per iniziare a delineare un nuovo modello produttivo, sociale e ambientale. In questo senso, le 4 proposte di legge di iniziativa popolare regionale presentate da RECA e Legambiente, ancorché non prese in considerazione dalla Regione a più di un anno e mezzo dalla loro presentazione, determinando una situazione inaccettabile,  rappresentano bene sia i contenuti della svolta necessaria nelle politiche sia una cartina al tornasole della volontà della maggioranza di governo di misurarsi con le proposte provenienti dalla cittadinanza e dalle realtà e associazioni sociali.

RECA continuerà la propria iniziativa per contribuire ad affermare un nuovo modello produttivo, sociale e ambientale in generale e anche in Emilia-Romagna, confortata dal riscontro ricevuto in questi due giorni di convegno, sia in termini di condivisione delle proposte che di partecipazione. Intendiamo farlo rafforzando la convergenza con tutti i soggetti che sono interessati alla costruzione di politiche ambientali che invertano le attuali scelte regressive in materia e, più in generale, con tutte le realtà che si battono per un modello sociale e produttivo alternativo.

Le registrazioni delle sessioni sono visibili sulla pagina Facebook della RETE EMERGENZA CLIMATICA E AMBIENTALE EMILIA-ROMAGNA