Anche davanti a ciò che è accaduto a Gioia del Colle, in provincia di Bari, è evidente che quella che noi dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università conduciamo contro le forze armate, Leonardo SpA, che cerca di finanziare scuole e ospedali, la Fondazione Med-Or, che entra nelle università con progetti di ricerca dual-use, e contro tutto il complesso militar-industriale è, per definizione, una battaglia ad armi impari, soprattutto perché noi, pacifisti, nonviolenti e antimilitaristi, le armi non le abbiamo, anzi le rifiutiamo, anteponendo l’urgenza di educare le ragazze e i ragazzi alla PACE, non alle guerre.

Non solo, soprattutto al sud, noi dell’Osservatorio siamo impotenti, perchè resiste, dopo decenni di indottrinamento, un preoccupante retaggio per cui i militari godono di un certo rispetto, godono dell’onore che si deve tributare a chi si è sacrificato per la Patria e, soprattutto, le forze armate costituiscono un importante bacino lavorativo di posti fissi e discretamente retribuiti, nonostante si tratti di imbracciare le armi e sparare.

E così, può accadere che da noi, al sud, passi come manifestazione istituzionale, con la presenza delle autorità del Comune, la presentazione di un calendario, il CalendEsercito 2024, smaccatamente fascista, fortemente voluto da Isabella Rauti, figlia del più noto fascista della storia recente, Pino Rauti, e che tale manifestazione veda coinvolte le studentesse e gli studenti di una scuola, senza che la loro partecipazione sia stata condivisa dal Consiglio di classe o dal Collegio docenti, come dovrebbe essere, ma solo perchè non si possono rifiutare gli inviti dei militari!

Ma ciò che ci turba maggiormante, nelle more di questa faccenda che potrebbe essere solo formale, è che, nella sostanza, quel calendario è stato presentato per celebrare «l’Italia sempre……prima e dopo l’8 settembre 1943», adobrando un lugubre riferimento volto ad esaltare una Italia che prima dell’8 settembre 1943 era palesemente una dittatura fascista e, in quanto tale, era pienamente coinvolta nel rastrellamento di quegli ebrei e di quegli oppositori che solo qualche giorno fa abbiamo cercato di commemorare, accanto ad altri esseri umani che vengono trucidati, nella più surreale edizione della Giornata della Memoria.

Ci colpiscono profondamente, dunque, e ci addolorano queste immagini, dopo quella che avevamo già segnalato tempo fa, proveniente da Trani, in cui una bambina, una ingenua e innocente bambina, a Gioia del Colle, viene cinta da un giubbotto antischeggia per andare a fare la guerra. Rimaniamo disarmati, non solo metaforicamente, davanti alle immagini di bambini e bambine (qui sotto) che vengono condott* nei carri armati, quelli che servono per uccidere o ferire a morte altri esseri umani.

E ci addolora, soprattutto, perchè tutto ciò accade, nella più totale indifferenza della società civile, nella nostra Puglia, la Puglia di don Tonino Bello, la terra di don Giovanni Ricchiuti, il presidente nazionale di Pax Christi, sostenitore dalla prima ora dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, la Puglia in cui sono partite le prima marce della pace con Altamura e Gravina in testa.

Rimaniamo sempre più sconcertati da queste immagini, che vedeno bambini e bambine coinvolt* in devastanti operazioni retoriche e propagandistiche finalizzate alla familiarizzazione con la guerra, per cui, mentre è già partita una interrogazione parlamentare da parte dell’on. Elisabetta Piccolotti, che ci ha segnalato l’episodio sgradevole, chiediamo a genitori, docenti, educatori di non rimanere indifferenti e di sottrarsi a questa logica attraverso mozioni e documenti che l’Osservatorio ha predisposto con il Vademecum.

Peraltro, questa logica mortifera, per chi avesse un po’ di memoria storica, obbedisce ad un canovaccio già visto circa un secolo fa. Si tratta di una successione di nefaste iniziative che hanno portato ad aumentare, come vuole il ministro della difesa Guido Crosetto, la dotazione di difesa del nostro Paese, ma poi ci ha portati direttamente in una Prima e una Seconda guerra mondiale.

Michele Lucivero – Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Puglia

L’articolo originale può essere letto qui