Noi docenti sardi, in quanto intellettuali, educatori e cittadini, sentiamo l’esigenza di esprimere la nostra posizione e il nostro sdegno di fronte alla tragedia che si consuma a Gaza, sotto gli occhi del mondo intero.

LA SITUAZIONE A GAZA

Dal 7 ottobre, oltre 2 milioni di Palestinesi – rinchiusi in una gabbia di 10 per 40 km, sono sottoposti a bombardamenti incessanti che hanno sinora causato 30.000 morti, di cui almeno 15.000 BAMBINI,  mentre il bilancio di feriti è di 68.883 (dati diffusi dal Ministero della Sanità di Gaza e confermati da tutte le agenzie internazionali).

La popolazione è in condizioni di disperazione estrema: a Gaza mancano cibo, acqua, servizi igienici, medicinali, in un contesto abitativo e civile che vede il 90% degli edifici distrutti e la popolazione accampata in alloggi di fortuna, senza alcun tipo di servizio e di assistenza.

Tutti gli ospedali, dove fino all’ultimo i medici hanno operato senza anestesia e facendosi luce con le torce per via dell’embargo, sono stati distrutti e resi inattivi; l’ospedale Nasser, l’ultimo attivo, dopo una settimana di assedio non è più in grado di fornire alcun tipo di assistenza ai feriti e ai malati.

Nelle carceri israeliane sono rinchiusi circa 7000 palestinesi, tra cui 200 bambini, gran parte dei quali in regime di detenzione amministrativa, cioè senza processo e senza accuse. Dopo il 7 ottobre le misure di emergenza che facilitano il trattamento inumano e degradante dei detenuti sono state ulteriormente inasprite; prove e filmati testimoniano l’esistenza di forme di tortura e maltrattamento sistematico, con pestaggi brutali, umiliazioni, obbligo di inginocchiarsi a terra durante la conta dei detenuti e di cantare canzoni israeliane. (Per approfondimenti in merito rimandiamo al sito di Amnesty International, amnesty.it)

Tra le azioni più scellerate e indicative della violenza dello Stato di Israele vi è anche la sistematica distruzione delle scuole, delle università, delle biblioteche e la negazione del diritto allo studio dei bambini e ragazzi palestinesi.

Questa azione evidenzia ancora una volta l’intento di cancellazione di un popolo, colpendo quei centri culturali deputati alla trasmissione della lingua e dell’identità palestinesi

Un abominio di queste dimensioni, di cui abbiamo tratteggiato solo i contorni essenziali, si configura in maniera ormai inequivocabile, come SISTEMATICA DISTRUZIONE DI UN POPOLO e non può essere in nessun modo giustificata da alcun generico richiamo al legittimo diritto di difesa invocato da Israele in risposta ai fatti del 7 ottobre.

IL PRONUNCIAMENTO DELLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA

La Corte Internazionale di Giustizia – sulla base delle prove documentali fornite dal Sudafrica e la testimonianza del Segretario Generale delle Nazioni Unite e dei funzionari ONU presenti sul campo – ha ritenuto credibile il rischio di un genocidio a carico del popolo palestinese, riconoscendo il diritto dei palestinesi ad essere protetti da atti di genocidio  e imponendo ad Israele di adottare tutte le misure per evitarlo.

Il pronunciamento della Corte Internazionale di giustizia, in data 26 gennaio 2024, con l’ordinanza n. 192, è stato il seguente:

“La Corte ritiene che (…) Israele debba, in conformità ai suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio, nei confronti dei palestinesi a Gaza, adottare tutte le misure a sua disposizione per IMPEDIRE  la commissione di tutti gli atti rientranti nel campo di applicazione dell’articolo II di questa Convenzione, in particolare:

(a) uccidere membri del gruppo;

(b) arrecare gravi lesioni corporali o mentali ai membri del gruppo;

(c) infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita atte a determinarne la distruzione fisica totale o parziale; e

(d) imporre misure intese a prevenire nascite all’interno del gruppo.

… La Corte ritiene inoltre che Israele debba garantire con effetto immediato che le sue forze militari non commettano nessuno degli atti sopra descritti.

… che Israele debba adottare tutte le misure a sua disposizione per prevenire e punire l’istigazione diretta e pubblica a commettere genocidio nei confronti dei membri del gruppo palestinese nella Striscia di Gaza.

… che Israele debba adottare misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura di servizi di base e assistenza umanitaria urgentemente necessari per affrontare le avverse condizioni di vita dei palestinesi nella Striscia di Gaza.

… Israele deve anche adottare misure efficaci per prevenire la distruzione e garantire la conservazione delle prove relative alle accuse …

Alla luce degli eventi in corso in queste ore, è evidente Israele non ha riservato alcuna attenzione alle richieste della Corte dell’Aia, accentuando se possibile il suo comportamento genocidario.”

LA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO E DELLA REGIONE SARDEGNA

Il governo italiano in tutte le sedi internazionali ha sostenuto l’azione di Israele, con cui ha rapporti economici e soprattutto militari.

La nostra isola, vista la presenza dei tre poligoni militari più grandi d’Europa, è sede delle esercitazioni dell’aviazione israeliana.

Gli atenei sardi collaborano con la società “Leonardo s.p.a.” e altre entità del complesso militare industriale che hanno strette collaborazioni col governo israeliano.

A Domusnovas (Provincia del Sud Sardegna) è presente la fabbrica RWM Italia Spa, costola italiana di Rheinmetall, colosso tedesco di produzione di armi con sede a Dussendolf, fabbrica di munizioni e testate di calibro medio-grande in vari contesti di guerra.

IL NOSTRO PROGETTO

Preso atto di queste premesse fattuali tutti noi docenti, nell’ambito del nostro ruolo intellettuale e mossi da una spinta deontologica improntata all’educazione alla pace, alla cooperazione e al rispetto dei diritti umani, desideriamo contribuire al consolidamento di un movimento di opinione a sostegno della cessazione del fuoco e del riconoscimento dello Stato Palestinese.

A tal fine ci impegniamo:

– a  creare nelle scuole momenti di informazione e discussione sulla realtà della Palestina e sulle origini storiche del conflitto e dell’occupazione isreliana del territorio palestinese

– a informare la cittadinanza della presenza nella nostra isola delle fabbriche di bombe e strumenti atti alle infamie di questa e di altre guerre, nonché della destinazione del nostro territorio ad esercitazioni militari in generale e in particolare dell’esercito israeliano

– a denunciare attraverso canali di stampa ancora liberi e proteste pacifiche, tutte le azioni del Governo italiano che fino ad ora, sostenendo incondizionatamente lo stato di Israele, si sta rendendo corresponsabile di quella che riteniamo a pieno titolo un’azione genocida nei confronti del popolo palestinese

– a chiedere che il governo italiano si attivi in tutte le sedi internazionali con azioni che portino ad un’effettiva e reale cessazione del massacro in corso in Palestina.

La nostra prima azione sarà scioperare il 23 febbraio, scendere in piazza:

PRESIDIO IN PIAZZA DEL CARMINE, CAGLIARI, dalle ore 9.30

CORTEO A SASSARI, concentramento ore 9.30 piazza Azuni

Docenti sardi per la Palestina

Dotzentes sardos pro sa Palestina